Castelmarte, addio a Nora
Salvati nella sua arca
duecento animali in difficoltà
Vinta a 61 anni da un male incurabile, con il Vecchio Faggio ha realizzato il sogno di una vita
Ha vissuto per salvare gli animali e ora avrà già ritrovato tanti vecchi amici con cui ha trascorso un piccolo tratto della sua vita.
Nora Anghileri la fondatrice del “Vecchio Faggio” di Castelmarte, è scomparsa il 29 dicembre all’età di 61 anni dopo una malattia che si è trascinata per diversi anni; da piccola sognava una casa per tutti gli animali abbandonati o maltrattati e cocciutamente è riuscita nel suo intento. Prima a Bellagio 11 anni fa, poi nell’area boschiva di Castelmarte.
Un malore l’ha colpita alla vigilia di Natale, la fine nella giornata del 29 dicembre e il funerale a Castelmarte nell’ultimo giorno dell’anno. Lascia il marito Vincenzo Toscano, i figli Cristofer, Cristina, Amos e i suoi oltre duecento animali di tutti i tipi.
La sua arca si trova poco sopra la strada provinciale a Castelmarte: «Fin da piccola aveva il sogno di salvare gli animali e sono convinta se non ci fossero stati loro sarebbe mancata molto prima – ricorda la figlia Cristina - Era malata da una decina di anni e la malattia continuava a peggiorare e a farla soffrire ma resisteva perché voleva accudire i suoi animali e lo ha fatto fino all’ultimo. Era la sua ragione di vita».
Tutto inizia ormai undici anni fa: «Proprio l’anno scorso abbiamo festeggiato i dieci anni del “Vecchio Faggio”, mio papà e mia mamma avevano un’azienda metalmeccanica e il sogno di questa realtà – continua Cristina - Tutto è iniziato a Bellagio, hanno lasciato l’attività ai figli e si sono impegnati completamente in questo, poi lo spostamento qui a Castelmarte».
Una passione quella del “Vecchio Faggio” che è comunque un vero e proprio lavoro, impegnativo, infatti gli animali di cui occuparsi sono sempre stati tantissimi: «Oltre duecento, alcuni arrivavano da noi dopo un sequestro, per esempio abbiamo un maiale e un cavallo, recentemente sono arrivati anche una sessantina di conigli»riprende Cristina.
«Mia mamma teneva i contatti con la forestale e il tribunale, poi avevamo anche animali abbandonati perché non piacevano più per malattie o menomazioni: abbiamo una settantina di gatti. Ci sono poi gli animali a fine carriera che non interessavano più, mia mamma li recuperava ovunque».
Una passione per gli animali, ma anche un rispetto che ha contagiato tutta la famiglia: «Siamo quasi tutti vegetariani o vegani, per noi gli animali sono da salvare ed aiutare come ci ha sempre insegnato mia mamma con il suo impegno per tutta la vita, anche prima di realizzare questo sogno di creare un luogo in cui accudirli».
Scrivono i figli sulla pagina del “Vecchio Faggio”: «Eri una guerriera, una ribelle, una sognatrice sconclusionata e caotica, eri arrabbiata e soffrivi tantissimo, a volte volevi morire, a volte continuare a vivere e lottare. Sei la nostra mamma. Hai creato un mondo, il tuo sogno, Il vecchio faggio, era la tua ragione di vita, ti prometto che continueremo con il tuo progetto, in tuo onore».
Raccontava un paio di anni fa Nora cos’era il “Vecchio Faggio”: «È un rifugio dove accogliere animali in pericolo, sofferenti, malati. Dalla necessità di dargli una mano nasce l’associazione. Il “Vecchio Faggio” è un oasi di amore e benessere per tutti quelli che hanno bisogno di pace, cure e serenità».
(Giovanni Cristiani)
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