Ciclista travolto, il testimone
«Viaggiavo su quell’auto»

Parla il passeggero del veicolo condotto da una donna di 30 anni: «Non sapeva che ci fosse una gara. Ha sentito la gente che gridava ed è andata nel panico, attraversando la strada»

«Ha fatto uno sbaglio, un grande sbaglio. Un’imprudenza imperdonabile, certo. Ma non è un’assassina, come le hanno gridato con rabbia le persone che erano lì sul posto nei minuti successivi. E adesso è soltanto una donna straziata dal dolore».

Le parole, pronunciate nel ricevitore di un telefono, sono quelle di un amico (“No, scriva solo il passeggero”) della donna di 30 anni che domenica pomeriggio ha invaso con la sua auto il percorso del Piccolo Giro di Lombardia di ciclismo proprio mentre transitava Edo Maas, ragazzo olandese di 19 anni non ancora compiuti, ciclista in forza al team Sunweb. Un impatto tremendo, la corsa all’ospedale di Erba, poi il trasferimento al Niguarda. I medici dicono che non è più in pericolo di vita ma le ferite sono tante e serviranno numerose giornate sotto i ferri e su un letto di ospedale.

«Stava andando a trovare i genitori a Sormano - racconta il passeggero -. Con lei anche la figlia di 6 anni. Non aveva la più pallida idea che ci fosse una gara ciclistica. Ha imboccato la strada (via Antonio Rosmini, ndr) in contromano per un terribile errore. Non ha visto il cartello di divieto e si è ritrovata all’incrocio con la provinciale che arriva dal Ghisallo. Lì c’era un capannello di persone, che presumo fossero tifosi. Hanno cominciato ad urlare dicendo “no, no” e lei è andata letteralmente in panico».

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