Como: Green pass
Ristoratori preoccupati
«Ci colpiscono di nuovo»
Da Confcommercio e Cna arriva un secco no. Contrari anche i titolari di palestre: «Non è corretto». IL TESTO INTEGRALE DEL DECRETO
Dal prossimo 6 agosto il green pass sarà obbligatorio per entrare nei ristoranti al chiuso e consumare al tavolo anche nei bar.
La certificazione verde servirà anche per accedere a palestre, teatri, cinema, musei e per svolgere molte altre attività. A fronte di queste novità, il dibattito attorno al nuovo decreto del Governo per fronteggiare la risalita dei contagi si fa sempre più acceso.
Timori per le sanzioni
Sono le categorie coinvolte dal provvedimento a manifestare più apertamente contrarietà rispetto a una decisione che, a loro giudizio, andrà a gravare sulle imprese già provate dalle chiusure che si sono protratte per oltre un anno.
QUI IL TESTO INTEGRALE DEL DECRETO
Perdita di clienti e rischio sanzioni: sono queste le conseguenze dell’introduzione dell’obbligo del green pass maggiormente temute.
Tra i più amareggiati ci sono i ristoratori. «Sono contrariato – dichiara Giovanni Taiano titolare del ristorante Orologio di via Foscolo e presidente settore ristorazione Cna Alimentare - Non condivido i contenuti del decreto che porterà grandi difficoltà per il settore. Si crea ancora un discrimine tra coloro che hanno posti all’aperto, che potranno accogliere i clienti in modo indiscriminato, e chi invece al chiuso potrà ospitare solo chi mostrerà la certificazione. Il problema è anche legato a una questione di privacy: chi mi autorizza, come semplice ristoratore, a chiedere un documento? Auspico ci forniscano almeno uno scritto in cui si dica che rientra tra le nostre facoltà fare questo tipo di richiesta».
Anche Mauro Elli, titolare del ristorante Il Cantuccio di Albavilla e vicepresidente Fipe Confcommercio Como, giudica negativamente il decreto.
«Trovo questa decisione non solo ingiusta, ma addirittura ridicola – afferma – Si ripropone una situazione con cui abbiamo già convissuto per mesi e che vede ristoranti e bar colpiti per contrastare la diffusione del virus. Non è questa la strategia per incentivare i vaccini: significa solo ostacolare il lavoro di tanti imprenditori».
Anche nelle piscine, nelle palestre, nei centri benessere sarà obbligatorio mostrare il green pass. «Non sono d’accordo – dichiara Enrico Milazzo della palestra New Millenium di Ponte Lambro – Ci stanno di fatto costringendo a chiudere ancora. Non trovo corretto impedire alle persone di venire in palestra se hanno scelto di non vaccinarsi, dal momento che esiste questa libertà».
I controlli
«Trovo tutto ciò assurdo – fa eco Christian Olivo, responsabile della palestra Piccolo drago di Fino Mornasco –È stato concesso di festeggiare la vittoria agli Europei senza badare ad assembramenti e noi, pur lavorando nel rispetto di tutti i protocolli, ci troviamo a dover vietare l’ingresso in palestra a chi non ha il green pass. Come verificheremo le certificazioni? Dovremo munirci di lettori scanner immagino: spero arrivino quanto prima delle linee guida da seguire».
La certificazione verde servirà anche per entrare nei musei.
Chi vorrà visitare quindi anche i Musei Civici di Como non potrà esimersi dal mostrare il green pass. «Ci atterremo alle regole che sono state stabilite», commentano dal Comune. Anche i titolari di cinema e multisala sono tenuti ad adeguarsi alle nuove disposizioni.
Sulla questione del green pass obbligatorio, si è acceso il dibattito tra favorevoli e contrari, fin da quando hanno iniziato a circolare le prime indiscrezioni. Anche ieri decine i commenti dei comaschi sui nostri social e sul sito.
Francesca Sormani
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