Costretto a chiudere
il panificio per ferie
«Non trovo nessuno»

Canzo: l’annuncio del titolare de “Il Forno di Gigi” alle prese con carenze di personale. «Per non fermare la produzione, ho dovuto abbassare la saracinesca della rivendita»

Mille e trecento euro mensili e la possibilità di crescere all’interno di una piccola azienda a conduzione famigliare, comunque radicata. Il classico “posto sicuro”, ma in particolare i giovani non sembrano attirati dalla prospettiva, tant’è che “Il Forno di Gigi” a Canzo ha dovuto chiudere una settimana il negozio (ma non l’attività produttiva, naturalmente) per mancanza di personale.

Una storia particolare quella del panificio con panetteria sulla via che porta al Segrino, basta leggere il messaggio di richiesta personale presente sui social per intuirne le difficoltà: «”Il Forno di Gigi” cerca urgentemente due collaboratori, un aiuto panettiere, con breve esperienza, orario a partire dalle due di notte, mezza giornata o giornata intera a seconda delle disponibilità. Un aiuto retrobottega, anche senza esperienza, a partire dalle 5 di mattina, sempre mezza giornata o giornata intera da stabilire. Gli orari sono impegnativi, ma garantiamo sostegno e formazione da parte di un panettiere professionista di grande esperienza e capacità in un ambiente di lavoro sicuro e amichevole».

La storia dietro l’annuncio la racconta Roberto Palmieri primo e fidato collaboratore di Pierluigi Coira, storico panificatore cresciuto ad Erba e ora a Canzo.

«Il lavoro che si propone capiamo non essere facile, s’inizia la mattina presto e per un giovane può essere complicato – racconta - Noi cerchiamo una figura abbastanza giovane perché ci piacerebbe farla crescere, fargli imparare il mestiere e averla con noi per molti anni. In molti pensano che se si lavora la notte si debba percepire uno stipendio più alto di chi fa un lavoro diurno».

Si cerca da oltre un mese una nuova figura professionale: «Abbiamo perso da un mese un ragazzo che ha deciso di cambiare vita trasferendosi in un’altra regione. Da allora stiamo cercando e la settimana scorsa abbiamo chiuso il negozio, ufficialmente per ferie ma in realtà perché con il personale che abbiamo non potevamo tenere aperto. Noi produciamo pane per bar, ristoranti e negozi, non potendo interrompere la produzione abbiamo preferito chiudere ”per ferie” il negozio presente a Canzo. Il ragazzo che avevamo percepiva 1.300 euro al mese e come giorno di riposo aveva il lunedì. Per una realtà piccola come la nostra non si può partire con una cifra diversa ma la volontà è di tenere il dipendente per molti anni se c’è una reciproca soddisfazione». (Giovanni Cristiani)

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