«Da 10 anni aspettiamo
il sistema di sicurezza»
Arriverà tra sei mesi
Incidente ferroviario di Inverigo: il rappresentante dei viaggiatori in Regione «Lungaggini tecniche e burocratiche, strage sfiorata»
Sembra pensare alla scampata strage Matteo Mambretti, rappresentante dei viaggiatori alla Conferenza regionale del trasporto pubblico locale. «Poteva andare anche peggio. Poteva essere qualcosa di ben diverso», dice l’indomani.
Mambretti sottolinea un aspetto decisivo. «Dopo Seveso, sulla Milano-Asso, il sistema di sicurezza automatico, in grado di arrestare immediatamente un treno che passa con il rosso (il cosiddetto SCMT, ndr) è installato ma non è ancora in funzione. Mancano le certificazioni da parte dell’Ansf, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. Io mi chiederei come mai ci vogliano anni, anche una decina, per avere queste certificazioni».
Proprio per la mancata attivazione del sistema, Ferrovie Nord ha chiesto la presenza in cabina, oltre che del macchinista, anche del capotreno. «Se c’è un segnale che non è stato visto, non è stato visto non da due, ma da quattro occhi - prosegue Mambretti - Stiamo pagando il doppio delle persone, per avere il controllo della situazione: c’è una persona pagata apposta per stare lì, seduta, a guardare chi è al comando del treno, e che cosa fa».
Mambretti è residente proprio a Inverigo. «Non ero su quel treno - dice - Vedere che una cosa del genere vicino alla tua stazione fa un certo senso. In realtà, con il mio ruolo e il mio girare per tutta la rete come rappresentante dei viaggiatori della Lombardia, devo dire che sarebbe stato ugualmente grave anche altrove».
E questo, al di là del lavoro che la Procura di Como ha già messo in atto. «Non sta a noi pendolari definire responsabilità e quant’altro - premette Mambretti - I treni sono di nuovissima generazione: nulla da dire. La linea, dopo Seveso, è a binario unico. E anche il fatto che i treni incrocino solitamente a Inverigo, forse avrebbe dovuto far accendere una lampadina in più al personale in cabina».
Ma il punto, per Mambretti, sono le lungaggini tecniche e anche burocratiche. Che ancora, tra Seveso e Asso, non permettono di accendere l’Scmt, il Sistema di Controllo della Marcia Treno. «C’è un cronoprogramma 2011-2019, quindi significa che in quasi dieci anni non si è riusciti ancora ad accendere qui, tra Seveso e Asso, il sistema, che, ci era stato detto, dovrebbe entrare in funzione a giugno. C’è già il sistema di terra, le boe: le placche di ferro che inviano il segnale al treno. Sui treni, c’è già il meccanismo di ricezione. Che proprio per la momentanea mancanza di autorizzazioni, dopo Seveso, viene spento. Viene da chiedersi come mai sia necessario aspettare anni».
«Senz’altro questa parte di linea era l’ultima di tutta una serie di modifiche: il sistema di sicurezza, su tutte le altre linee, è attivo - conclude - Proprio per evitare che ci siano problemi, è stato disposto che il capotreno affianchi il macchinista. Quattro occhi». Non è bastato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA