Erba cerca un educatore cinofilo
Si presentano 26 candidati
Incarico da 12.500 euro per il periodo gennaio-aprile. Dovrà occuparsi del benessere degli ospiti del canile costretti a stare nei box per il Covid
Ventisei candidati per occuparsi dei 75 cani del canile di via Manara. L’avviso pubblicato alla fine di novembre dal Comune di Erba, più precisamente dal nuovo Ufficio diritti degli animali, ha colto nel segno: sono moltissimi gli educatori cinofili ad aver spedito il curriculum, il vincitore verrà designato nei prossimi giorni. In palio c’è un contributo forfettario di 12.500 euro, il lavoro è assicurato fino ad aprile 2021.La responsabile del procedimento è l’avvocato Erminia Gariboldi, legale del Comune e capo del nuovo Ufficio diritti animali. «In pochi giorni - spiega l’avvocato - sono arrivate in municipio 26 candidature. È stata costituita la commissione per vagliare i curricula: oltre a me, ci sono Ilaria Accardi, dipendente pubblico del Comune, e Francesco Spreafico, designato dall’associazione “Amici del randagio” che gestisce il canile». La graduatoria finale verrà stilata a giorni. Il prescelto dovrà occuparsi degli ospiti del canile almeno fino ad aprile, a fronte di un corrispettivo di 12.500 euro lordi. La speranza è che in seguito possano riprendere le normali attività con i volontari e che non sia più necessario avere un esperto cinofilo fisso per garantire il benessere degli animali, costretti a trascorrere molto tempo nei box a fronte dello stop alle passeggiate imposto dalle normative anti-Covid.Come ha spiegato Gariboldi prima dell’apertura del bando, il mondo degli esperti cinofili è molto vario. Ecco perché il Comune ha imposto paletti rigidi: serviva, specificava il regolamento, «un titolo professionale conseguito a seguito di un corso biennale di formazione, teorica e pratica, frequentato presso scuole cinofili aventi diffusione nazionale ad impostazione cognitivista, che mettano a disposizione dell’utente-consumatore albi o elenchi attestanti il percorso formativo». Perché improvvisamente serve un esperto fisso? Il motivo è legato alla pandemia di Covid-19. «Le persone non possono muoversi - ha spiegato Gariboldi - dunque i volontari non possono più portare i cani a sgambare. Le passeggiate sono momenti fondamentali che si inseriscono nel progetto di recupero degli animali, il cane si riabitua al contatto umano, ai rumori della città, e in questo modo si facilità l’adozione e l’inserimento in una famiglia».
(Luca Meneghel)
© RIPRODUZIONE RISERVATA