Erba, dalle slot incassi per 20 milioni
Sconticino sui rifiuti a chi rinuncia

La decisione del consiglio comunale con l’opposizione che chiede maggiori incentivi

Uno sconticino del 10 per cento sulla tassa rifiuti per rinunciare a un affare che, complessivamente, fa incassare ogni anno 20 milioni di euro alla ventina di locali in cui sono accesi i 130 videolottery e slot machine. La misura è compresa nel regolamento della Tari approvato dal consiglio comunale erbese. Tutti a favore, ma le minoranze invitano a fare di più: «Non sarà certo questo piccolo bonus a convincere gli esercenti». Stando ai dati forniti dall’amministrazione comunale, in città sono circa venti le attività che ospitano le macchinette mangiasoldi all’interno dei propri locali: complessivamente, tutte insieme pagano 30mila euro all’anno di tassa rifiuti.

«Il regolamento Tari - ha ricordato il presidente del consiglio comunale Matteo Redaelli - prevede nuove agevolazioni del dieci per cento per pubblici esercizi e tabaccherie che dimostrino di aver tolto le slot». Qualche anno fa, il Comune di Erba ha stabilito che non è possibile installare nuove slot machines nel raggio di 500 metri dai luoghi sensibili: tra scuole, chiese, oratori e ospedale, di fatto non è più possibile installare macchinette in tutto il centro città, ma le slot già installate erano moltissime e nessuno può costringere i titolari a toglierle.

Esiste poi la bozza di un regolamento per contrastare la ludopatia, redatta dal funzionario dell’ufficio commercio Riccardo Corti (ora in pensione), che resta nel cassetto da anni. Per l’assessore alle finanze Gianpaolo Corti, la verità è che «lo Stato guadagna moltissimo da queste attività e dovrebbe essere Roma a mettere in campo misure forti per interrompere questo circolo virtuoso. Il Comune (almeno per quanto riguarda le macchinette già installate, ndr) non può fare molto».

Secondo Anna Proserpio (Erba prima di tutto) ed Enrico Ghioni (Pd), consiglieri di minoranza che pure hanno votato a favore della delibera, «uno sgravio del dieci per cento è talmente irrisorio che agli esercenti non converrà rinunciare ai guadagni delle slot per sfruttare quel bonus sulla Tari. Servono azioni più incisive e una grande pubblicità di questa iniziativa, perché tutti vengano messi a conoscenza dell’opportunità».

Servizio su La Provincia in edicola martedì 5 maggio 2020

© RIPRODUZIONE RISERVATA