Erba, nuovi contagi e bilancio in rosso
Ca’ Prina chiede aiuto: «Fateci donazioni»
L’appello della Rsa che lamenta mancati incassi per oltre un milione e quattro “positivi” tra gli ospiti
«Stiamo spendendo molto per la sicurezza di ospiti e dipendenti, ma il vero problema sono i mancati incassi dalle rette e dai rimborsi regionali: parliamo di una cifra che supera il milione di euro. Agli erbesi chiediamo un aiuto, siamo in prima linea come gli ospedali». Arrivati agli sgoccioli del 2020, mentre il virus torna a circolare con quattro postivi tra gli anziani residenti e tre al centro diurno, Ca’ Prina tira le somme. E il consiglio di amministrazione della casa di riposo, che conta 212 posti letto e dà lavoro a 200 dipendenti, rende pubblici i numeri. «La nostra Rsa - ricorda Domenico Piazzolla, commercialista e membro del cda - sta facendo di tutto per contrastare il virus con dispositivi di protezione e tamponi a tappeto per i dipendenti. Le spese sono ovviamente lievitate, anche se abbiamo registrato delle minori spese sul fronte dei servizi: penso alla mensa, piuttosto che alle uscite organizzate per gli anziani». Per il periodo febbraio-dicembre 2020, il cda stima un costo aggiuntivo di 200 euro a posto letto (dunque 42.400 euro) per pagare i dispositivi di protezione individuale e i tamponi effettuati periodicamente sul personale. Gli investimenti hanno consentito di frenare l’avanzata del virus, anche se nel fine settimana sono emersi quattro casi di positività tra i residenti (di questi uno è debolmente positivo) che si sommano ai tre registrati in precedenza al centro diurno. La vera preoccupazione, osserva Piazzolla, è legata ai mancati incassi. Tra marzo e aprile sono morte 30 persone, non tutte per Covid-19, e per mesi i letti non sono più stati riempiti: questo ha comportato un calo delle rette private (-584.547 euro) e dei rimborsi regionali (-406.673 euro) che sono legati al tasso di occupazione. Al conto vanno aggiunte le minori entrate sul fronte dell’assistenza domiciliare (-34.987 euro): totale, 1.026.207 euro di minori incassi. «Regione Lombardia - dice Piazzolla - ha emanato provvedimenti che andranno a compensare una parte di quei 406.673 euro, speriamo avvenga al più presto. Quanto alle rette private, i soldi ovviamente non li vedremo più. Noi siamo una struttura solida, non c’è un’emergenza finanziaria, ma allo stesso tempo dobbiamo chiedere un aiuto agli erbesi: possono fare donazioni detraibili dalle imposte, sul lungo termine possono anche donare il cinque per mille». Nei mesi passati anche Ca’ Prina ha ricevuto mascherine, camici e materiali utili da istituzioni, associazioni e privati: «A loro va un doveroso ringraziamento, con la sollecitazione di tenere sempre in considerazione la Rsa erbese. Anche noi, come gli ospedali, lavoriamo ogni giorno per la sicurezza degli anziani, la fascia più a rischio della popolazione: mantenere alti standard di sicurezza ha dei costi, che continueremo a sostenere. Con l’aiuto degli erbesi, sarebbe certamente più semplice». Per aiutare Ca’ Prina è possibile effettuare un versamento sul conto corrente postale 10328227 o un bonifico sul conto IBAN IT22T0832951270000000200953, entrambi sono intestati a Fondazione Giuseppina Prina Onlus. Per destinare il 5 per mille, bisogna inserire il codice fiscale 82003210133 nel riquadro destinato alle associazioni e fondazioni Onlus. Tra le due forme di supporto c’è una differenza sostanziale. Le donazioni su conto corrente sono soldi che la casa di riposo riceve immediatamente, mentre quelle legate al cinque per mille verranno incassate solo fra un anno: ecco perché il versamento resta la forma migliore per aiutare a superare l’emergenza.
( Luca Meneghel)
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