Erba, soldi per il “Buco del Piombo”
Riapertura più vicina dopo 9 anni

Ci sono 130mila euro per la messa in sicurezza. E il Comune cerca l’intesa con la proprietà

Spuntano 130mila euro per la messa in sicurezza del Buco del Piombo, senza contare altri fondi regionali che il Comune potrà utilizzare per la promozione turistica della sua riserva naturale. Dopo mesi di silenzio e una stagione primaverile “bruciata” dal lockdown, si torna finalmente a parlare della Valle Bova e della sua grotta più celebre. La giunta regionale a fine luglio si è impegnata a stanziare 130mila euro per la messa in sicurezza del Buco del Piombo, chiuso dal 2011 a seguito di una frana caduta in corrispondenza della scala di accesso. «I fondi - spiega il consigliere comunale Alberto Cavalleri, presidente dell’associazione Amici della Riserva Valle Bova - si potranno utilizzare per finanziare opere di disgaggio e messa in sicurezza del versante su cui si apre la grotta, oltre che di manutenzione della scala. Sono passaggi fondamentali per parlare concretamente di una riapertura che inseguiamo da diversi anni». Da nove anni a questa parte, i cancelli del Buco del Piombo sono chiusi (anche se molte persone scavalcano le barriere e accedono illegalmente all’androne della grotta). A seguito del crollo del 2011 nessuno vuole prendersi la responsabilità di riaprire, anche perché è difficile trovare un geologo che certifichi l’assoluta sicurezza di quello che resta un ambiente montano. «Effettuare un grosso intervento di pulizia del versante per ridurre ulteriormente i rischi di crolli - osserva Cavalleri - può essere però un passo avanti importante per trovare un accordo fra il Comune, che è proprietario della scala e dell’area esterna, e le famiglie Sossnovsky e Masciadri, che sono proprietarie dell’area interna».Su un punto sono tutti d’accordo, il Buco del Piombo resta una grande attrazione naturale che ha fatto la storia del turismo erbese e riaprirlo alle visite è una priorità.

( Luca Meneghel)

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