Erba, stazione pericolosa
«Ridateci i ferrovieri»
Dopo l’aggressione al capotreno, è tornata d’attualità il problema della sicurezza in piazza Padania. Tutti d’accordo: «Riaprire la biglietteria e integrare le telecamere di Ferrovienord con quelle del Comune»
«Fate riaprire la biglietteria della stazione e integrate le telecamere di Ferrovienord nel sistema di videosorveglianza comunale». Quattro consiglieri comunali di minoranza hanno depositato una mozione che riaccende i riflettori sulla mancanza di sicurezza nell’area di piazza Padania; la mozione - che verrà discussa lunedì prossimo in consiglio comunale - arriva a pochi giorni di distanza dall’aggressione subita da un capotreno di Trenord, colpito alla testa da una donna sprovvista del biglietto.
Il documento è firmato dai consiglieri dei gruppi Fratelli d’Italia e Erba prima di tutto e si apre con una lunga ma necessaria premessa che parte dal 2015, quando Ferrovienord - a seguito di importanti lavori di riqualificazione della struttura - ha deciso di togliere la biglietteria «che garantiva la costante presenza di personale all’interno della scalo ferroviario e conseguentemente un costante presidio da parte degli operatori».
Il risultato è una lunga serie di «risse, furti, pestaggi, ubriachezza molesta, atti di inciviltà e spaccio» che hanno riempito le pagine di cronaca nel corso degli ultimi anni. Nel 2016, ricordano i consiglieri, l’assessore regionale Alessandro Sorte annunciò l’arrivo di guardie armate giurate, ma non sono arrivati i risultati sperati.
La mozione è stata iscritta all’ordine del giorno del consiglio comunale di lunedì sera ed è arrivata sul tavolo del primo cittadino. «Prendo atto delle richieste - commenta Veronica Airoldi - ma faccio presente che a seguito dell’ultima aggressione ai danni del capotreno ho già detto pubblicamente, attraverso “La Provincia”, che per incrementare la sicurezza nell’area è necessario prevedere un presidio fisso. Un richiesta rivolta appunta a Ferrovienord e Regione Lombardia. Allo stesso tempo ho ricordato la questione delle telecamere».
I dettagli su La Provincia di mercoledì 23 gennaio
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