Fiocchi in provincia: perché le nevicate sono sempre più rare? Inviateci le vostre foto e i vostri video
Meteo La stagione è quella giusta, ma negli anni la neve è diventata sempre più rara sulle Alpi e nelle aree circostanti, che non ne hanno mai avuta così poca negli ultimi 600 anni: lo dimostra una ricerca pubblicata su Nature
Le previsioni l’avevano annunciata, ma di questi tempi la neve coglie sempre un po’ di sorpresa: la prima area comasca a essere stata interessata dalle nevicate oggi, 16 gennaio, è stata la Valle Intelvi. Sia a Schignano che a Laino e Magreglio infatti ha iniziato a nevicare questa mattina e il manto bianco ha attecchito sulle strade. Ma nelle ultime ore anche da altre aree della provincia stanno arrivando fotografie e video di nevicate: mandateci le vostre.
Ma perché la neve ci sorprende sempre più spesso? Basta guardare ai dati sui fenomeni meteorologici nelle Alpi: tra il 1971 e il 2019 infatti i giorni in cui ha nevicato tra novembre e maggio sono diminuiti del 5,6% ogni dieci anni, secondo uno studio dell’Università di Padova e dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (ISAC) del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) di Bologna pubblicato su Nature.
In questo studio si evidenzia come la neve - non solo ad alte latitudini - abbia un effetto significativo sul clima e sui processi ambientali oltre che sulle attività socio-economiche locali. La scarsità di nevicate infatti ha già iniziato ad influenzare quelle regioni che in inverno fanno della neve una parte integrante della loro cultura ed economia.
Che la neve sia diventata un evento sempre più raro è un fatto rivelato dagli anelli di accrescimento delle piante di ginepro comune cresciute in quota, analizzate dai ricercatori dell’Università di Padova e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). I risultati di queste ricerche permettono di toccare con mano le allarmanti conseguenze del riscaldamento globale, che secondo la Nasa e l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ha reso gli anni di quest’ultimo decennio (compreso il 2022) tra i più caldi mai registrati. La ricerca ha analizzato lo spessore degli anelli di accrescimento con una nuova tecnica ed è riuscita a determinare il numero dei gorni nei quali le piante hanno interrotto la loro crescita a causa della copertura nevosa, arrivando a concludere che le Alpi non sono mai state così povere di neve come oggi negli ultimi 600 anni.
La diminuzione delle nevicate sulle Alpi è oggetto di diverse ricerche e studi, ma l’andamento del clima in montagna può essere monitorato anche dai comuni cittadini grazie a Copernicus Climate Change Service (C3S) che ha sviluppato l’applicazione Mountain Tourism: cliccando su questo link è possibile accedere a una mappa interattiva che mette a confronto le condizioni di neve passate e future a diverse altitudini.
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