Foglie secche e poche gemme chiuse
Il faggio di Segantini sta soffrendo
Eupilio, preoccupano le condizioni del “piantone”
che a settembre era stato abbattuto dal vento
Il verde rigoglioso degli alberi attorno sembra quasi un affronto al “piantone Segantini”, arroccato sul monte Cornizzolo.
Se ne sta lì, sulla riva montuosa; il suo aspetto è maestoso, ma insieme triste e afflitto, con le foglie secche e le poche gemme ancora chiuse.
A guardarlo, non sembra godere di ottima salute il faggio monumentale sotto cui, si dice, il pittore Giovanni Segantini si ritemprasse tra un dipinto e l’altro.
Non aiutano di certo a dare una bella immagine i rami secchi tagliati lo scorso anno, ancora abbandonati di fianco all’albero, il terreno mosso e le pietre scavate lasciate in mucchio. Un’area un poco abbandonata.
Difficile ancora dire quale sia il reale stato di salute del vecchio faggio, sradicato dal vento a 114 chilometri orari lo scorso 23 settembre e rimesso in piedi da un manipolo di uomini a novembre grazie a un movimento di opinione popolare (che a sua vita aveva dato a una generosa raccolta di fondi).
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