I treni si bloccano
Disagi e ritardi
sulla Milano-Asso
Inizio settimana da dimenticare per i pendolari erbesi
Convoglio soppresso e problemi sulla direttrice opposta
Due treni guasti, pendolari costretti a scendere dai vagoni a Seveso e forti ritardi all’ora di punta.
È partita male la settimana per gli utenti della linea ferroviaria Milano-Asso, alle prese con una serie di disservizi in entrambe le direzioni nella fascia oraria compresa fra le sei e le nove di mattina. I viaggiatori non avranno nemmeno la consolazione del bonus sull’acquisto dell’abbonamento mensile di marzo, in vigore da oggi: lo scorso dicembre, infatti, le corse sulla Milano-Asso hanno rispettato gli indici di affidabilità.
La giornata nera è iniziata lunedì pochi minuti dopo le sei, con il treno 1614 in partenza da Erba alle 6.18. A stento, racconta il pendolare Simone Marangoni, «la corsa è arrivata a Seveso, dove il treno è stato soppresso. Per arrivare a Milano abbiamo dovuto prendere tutti l’S4», ovvero la linea suburbana che collega la stazione di Camnago-Lentate con Cadorna. Inevitabile il sovraffollamento: «Già a Varedo abbiamo avuto difficoltà a ripartire. L’avventura si è conclusa con l’arrivo a destinazione con più di mezz’ora di ritardo e un viaggio da dimenticare».
Se arrivare a Milano da Erba è stata un’odissea, non è andata meglio sul versante opposto. Il treno 1617 - in partenza da Milano Cadorna alle 7.39 - ha macinato venti minuti di ritardo alla stazione di Meda: prima di ripartire - questo tratto della Milano-Asso è a binario unico - i viaggiatori hanno dovuto attendere l’arrivo di un altro convoglio dalla direzione opposta. Alle 8.09, sempre da Cadorna, è partito il treno 621 diretto ad Asso: altro viaggio della speranza, la corsa è arrivata a destinazione con quaranta minuti di ritardo.
«Una mattina da dimenticare - dice il rappresentante del comitato pendolari Milano-Asso Christian Rech - anche alla luce del sovraffollamento sui treni suburbani: penso in particolare all’S2 22624, partito alle 8 da Mariano Comense e arrivato a Rogoredo con venti minuti di ritardo dopo aver viaggiato carichissimo».
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