Incendi, censimento delle aree prese di mira. «E regole più severe»

Il caso Il Comune sta pensato di realizzare un catasto per contrastare il fenomeno dei roghi volontari. L’edificabilità su terreni bruciati sarà più difficile da ottenere

Il Comune di Erba intende realizzare un catasto degli incendi boschivi, per individuare le aree maggiormente colpite negli ultimi 15 anni e quelle potenzialmente più a rischio. L’obiettivo è imporre limitazioni all’uso del fuoco, eventualmente anche più stringenti di quelle già in vigore, ma l’obiettivo a lungo termine è scongiurare l’ipotesi che i terreni boschivi vengano bruciati volontariamente per renderli poi edificabili. Sul territorio erbese gli incendi boschivi interessano principalmente l’area montana, ma in passato non sono mancati roghi in prossimità dei canneti.

«Il primo passo - spiega l’assessore all’ambiente Alessio Nava - è raccogliere dagli enti deputati tutto il materiale relativo agli incendi boschivi che si sono verificati sul territorio. Chiederemo aiuto a carabinieri forestali, Ersaf, vigili del fuoco per definire una mappa delle aree che sono state colpite dal fuoco». Un lavoro non facile, che porterà a risultati importanti. Prima di tutto si saprà con precisioni quali aree sono state maggiormente colpite dalle fiamme nella storia recente: divieti specifici sull’accensione dei fuochi (soprattutto nei periodi di secca) sono già in vigore, ma potrebbero essere inaspriti a seguito dell’analisi. «L’istituzione del catasto diventerà ufficiale con l’approvazione della giunta - dice Nava - e sarà poi la stessa giunta, con successiva delibera, ad approvare gli elenchi delle aree e dei terreni boschivi che sono state percorse dal fuoco, insieme alle limitazioni previste per contrastare il fenomeno».

Il progetto ha anche ripercussioni sul fronte urbanistico. Fino ad ora nell’Erbese il fenomeno è sconosciuto, ma a livello nazionale capita che i piromani diano volontariamente fuoco a un terreno boschivo per chiedere in seguito l’edificabilità; a fronte di un’area senza più vegetazione, brulla, capita che venga concessa. Su questo fronte, il catasto degli incendi boschivi ha un valore preventivo. La giunta disporrà infatti che per diversi anni non si possa chiedere l’edificabilità di terreni boschivi che sono stati incendiati: in questo modo, nessuno avrà la tentazione di “liberare” un’area verde per trarne profitto.

A proposito di aree verdi e montagne erbesi, il 2023 sarà un anno importante anche per la riserva naturale regionale Valle Bova (che comprende il celebre Buco del Piombo). È prevista infatti la redazione del piano di gestione della riserva, un documento fondamentale per definire il futuro dell’area sotto molti aspetti, dalla manutenzione ordinaria alla gestione dei flussi di visitatori. L’obiettivo, in questo caso, è valorizzare il più possibile la Valle Bova salvaguardando allo stesso tempo l’ambiente naturale protetto e la sicurezza di chi frequenta i sentieri.

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