Investita a Ponte Lambro
«Ditemi com’è morta mia madre»
Il figlio della donna travolta in via Volta chiede chiarezza sulla tragedia di domenica. «Il limite è 30 km/h, tra due attraversamenti pedonali. Aveva innestata la quinta e non c’è segno di frenata»
«Voglio sapere com’è morta mia mamma. C’interessa la verità». Il figlio di Lucia Sacco, 73 anni di Erba, deceduta dopo essere stata investita in via Volta a Ponte Lambro domenica poco prima delle 19, chiede chiarezza. Gli sembra difficile credere al malore o alla perdita di equilibrio che avrebbe portato la madre a finire a centro carreggiata dove poi sarebbe stata investita dall’auto in transito.
Gianluca Frigerio si sofferma su diversi particolari che non gli tornano. «Noi della famiglia vogliamo solo sapere cos’è successo, non chiediamo altro che di sapere la verità – spiega -. Se poi risultasse che l’automobilista non ha colpe va bene, rispetteremo le decisioni della magistratura».
Il figlio però vede diverse incongruenze in una ricostruzione secondo la quale la madre sarebbe finita per un malore o una perdita di equilibrio in strada. «Innanzitutto in quel tratto, siamo in centro abitato, il limite è di trenta chilometri orari. A quella velocità il conducente aveva modo di vedere, reagire e frenare. Soprattutto considerando che il luogo dell’incidente è tra due passaggi pedonali ci si aspetterebbe che si prestasse attenzione. Per terra dove è morta mia mamma non c’è nessun segno di frenata».
Frigerio si spinge anche oltre: «Da quello che mi dicono, quando l’auto è stata portata via era innestata la quinta marcia, incompatibile con una velocità di 30 all’ora. Ma quello che mi sembra strano è dove è stata colpita la macchina, sul parabrezza lato sinistro. Sembra quasi che mia madre si sia tuffata in strada. E mi viene difficile pensare che mia madre abbia tentato un attraversamento mentre sopraggiungeva un’auto».
Altri dettagli sul giornale in edicola martedì 9 agosto.
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