Invita amici a casa, ma è ai domiciliari. Giovane di vent’anni portato al Bassone

Merone Controllo dei carabinieri nell’abitazione del tunisino. Da tempo c’erano movimenti non consentiti in detenzione

La custodia cautelare che l’aveva colpito parlava di detenzione ai domiciliari, misura ritenuta dunque congrua dal giudice per permettere che le indagini proseguissero senza problemi. Tra le imposizioni c’era però quella di non vedere e ricevere nessuno. Tuttavia, in quella casa di Merone, dove il tunisino di 20 anni viveva, spesso i carabinieri avevano riscontrato che le presenze non mancavano affatto.

Così, quanto i militari dell’Arma della stazione di Lurago d’Erba hanno effettuato il controllo – avvenuto il 2 febbraio – hanno verificato e riscontrato quello che sospettavano, ovvero che Saida Mohamed Lamine era in compagnia di amici che l’avevano raggiunto nel proprio appartamento di Merone, contravvenendo dunque a quelle prescrizioni che erano state fissate dal giudice delle indagini preliminari che aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare a suo carico scegliendo i domiciliari come misura ritenuta congrua.

Inevitabile è stata la conclusione di questa vicenda: il Tribunale di Milano – presso cui è aperto il fascicolo a carico del tunisino residente a Merone – ha emesso un ordine di custodia cautelare modificando la misura dai domiciliari al carcere. Misura che è stata eseguita nelle scorse ore e che si è conclusa con il trasporto del ventenne al Bassone di Como. Come detto in precedenza, già altre volte i militari avevano riscontrato la presenza degli amici in quella casa che al contrario avrebbe dovuto rimanere vuota.

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