«Io, deportato a 19 anni
Vi dico: non dimenticate»

Giornata della Memoria: Clemente Nava, 97 anni, ha ritirato la medaglia d’onore dal prefetto Polichetti

«Essere qui è un miracolo». Ha gli occhi lucidi Clemente Nava , 97 anni, deportato dall’8 settembre 1943 al 10 settembre 1945 e internato nel campo di prigionia di Kustrin, in Polonia. Circondato dall’affetto dei famigliari, ieri, per la giornata della Memoria, ha ritirato la medaglia d’onore, ricevuta dal prefetto di Como Andrea Polichetti e dal sindaco di Ponte Lambro Ettore Pelucchi .

Una grande emozione per l’uomo, il quale ha invitato le nuove generazioni a informarsi su quanto è accaduto: «Guardate quello che è successo, perché quando si è giovani si fa fatica a capire. Anche io non capivo».

La cattura

Nava, arruolato in fanteria nell’agosto del 1943, venne poi catturato ad Alba e, con un treno bestiame, fu portato in Polonia. Aveva solo 19 anni. Prima di venire deportato, riuscì a lasciare a una donna un biglietto destinato alla sua famiglia: «Sono Clemente Nava, di Ponte Lambro. Dite alla mia mamma che mi hanno preso».

Per fortuna, dopo due anni, gran parte dei quali trascorsi lavorando forzatamente come contadino, Nava riuscì a tornare ad abbracciarla. Ma non fu facile, tutt’altro. Al campo, infatti, il trattamento era duro. «Un cucchiaino di zucchero, un pezzettino di marmellata e una fetta di pane al giorno – racconta - I tedeschi? Eh, quelli con la fascia erano pericolosi (le Ss ndr). Ne ho viste di tutti i colori, davvero tante. Durante il viaggio abbiamo notato, nelle varie stazioni, gli ebrei con la stella gialla e la divisa a righe. Pensavamo che stavano andando a morire».

La liberazione è arrivata a fine febbraio del 1945 grazie ai carri armati russi: «Siamo tornati a bordo di un treno bestiame – continua - però con le sbarre aperte: era una bella giornata, cantavamo e bevevamo. La guerra per noi era finita».

Oltre a Clemente Nava, hanno ricevuto la medaglia d’onore destinata ai deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra Pasquale Sacchi , Ferdinando Tipaldi , Domenico Lupinetti , Luigi Ortelli e Oliviero Franchi : essendo tutti deceduti, il riconoscimento è stato ritirato dai famigliari.

«Le testimonianze di vita dei medagliati – spiega il prefetto Polichetti – sollecitano una risposta da chi, oggi, beneficia di libertà e diritti allora negati. Per questo, dobbiamo ritenerci impegnati a conservare la memoria affinché eventi simili non accadano più».

Alla cerimonia, organizzata dalla Prefettura in pinacoteca, hanno partecipato anche i rappresentanti delle forze armate, della Provincia e delle amministrazioni comunali.

«Sensibilità non occasionale»

«Sono orgoglioso di ospitare oggi questa cerimonia nella sede della pinacoteca civica - ha sottolineato in chiusura il sindaco di Como Mario Landriscina - In città, in questi giorni, si sono svolte numerose iniziative culturali per il richiamo di questa memoria indispensabile, con l’amministrazione che ha concesso tutti i luoghi richiesti per le celebrazioni e ha patrocinato gli eventi, dimostrando fattiva partecipazione all’importante ricorrenza. Questa sensibilità non deve essere un esercizio occasionale, ma continuo, che ci consenta di non dimenticare e di ricordarcene non solo in un giorno particolare».

A questo proposito, in biblioteca, fino al 26 febbraio, è allestita la mostra “Resistenza operaia a Berlino 1942-1945”.

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