Lambrugo, lo chef della “prova del cuoco”
«Perso il 72% di incassi, fateci lavorare»
La protesta di Marco Rossi: «Dal governo ristori per 7 mila euro, utili a pagare gli stipendi di 10 giorni»
«Tra zone rosse, arancioni e gialle e aperture e chiusure a singhiozzo, oramai non si capisce più niente e in quasi un anno di pandemia noi ristoratori siamo a terra». Non nasconde rabbia e frustrazione Marco Rossi, chef e titolare del ristorante “Al Rustico”, in pieno centro a Lambrugo. Membro dell’Associazione Cuochi di Como, lo chef ha portato la sua cucina anche in tv: è stato spesso a “La Prova del Cuoco”, ospite e amico di Elisa Isoardi, ed è stato più volte protagonista di confronti culinari italiani. L’ultimo anno è stato da incubo. Rossi espone il suo, che è solo un esempio della grave situazione in cui si ritrova la ristorazione: «In quasi un anno di pandemia ho perso il 72 per cento del fatturato: la situazione è veramente preoccupante e non si intravedono al momento spiragli di speranza per i prossimi mesi, anzi assistiamo a decreti e decisioni in continuo cambiamento, che non danno certezze e che ci gettano nello sconforto - commenta – Ho cinque dipendenti e un’attività da mandare avanti e davanti non si vede una via d’uscita». Dopo la zona rossa del secondo lockdown di novembre, sembrava che sotto Natale qualche timido segnale di ripresa fosse possibile: «Ho riaperto una decina di giorni e poi sono stato costretto a chiudere di nuovo – racconta – Dal primissimo lockdown della primavera scorsa ad oggi ho ricevuto, come ristori previsti dal Governo, poco più di 7mila euro. Ogni aiuto, ovviamente, è ben gradito, ma solo per far capire nel concreto le difficoltà a cui andiamo incontro: con quei soldi riesco a pagare stipendi e contributi di quella decina di giorni in cui ho potuto far lavorare a dicembre i miei dipendenti. Perché se non lavori puoi accedere alla cassa integrazione, ma se li fai lavorare devi pagare giustamente gli stipendi, ma anche tutte le tasse annesse. E le materie prime? Le spese vive e tutto quello che bisogna spendere per tenere aperto? Chi li paga?». Rossi è critico anche per le norme che cambiano dall’oggi al domani: «La crisi colpisce duro e già questo comporta la difficoltà di decifrare i comportamenti dei clienti: inoltre non si sa se e quando ci fanno aprire e per quanto tempo possiamo rimanere aperti – sottolinea – Come faccio a fare la spesa? Quanto compro? Quanto resterò aperto? Tutto diventa estremamente complicato e questo vale per me come per tutti i ristoratori. Siamo davvero in un momento difficilissimo: teniamo duro, ma non è facile».
(Simone Rotunno)
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