Macché lingua morta
Il latino certificato
aiuta a trovare lavoro
La lingua di Cicerone come l’inglese. Il preside del Volta: «Facilità il ragionamento». Sono 89 gli studenti che hanno partecipato al test
I speak latino, al Volta si certificano le competenze della lingua di Cicerone e Seneca. Si fa da anni con l’inglese o con il tedesco, ma ora sul curriculum per invogliare le aziende ci finiscono anche le lingue morte. La scorsa settimana al liceo classico di Como si sono svolte, è una novità assoluta per l’Italia, le prove per la certificazione del latino, hanno partecipato 89 studenti, di cui due del Carlo Porta di Erba e 36 del Crespi di Busto.
L’iniziativa è stata promossa a livello lombardo dall’ufficio scolastico regionale, dall’università del Sacro Cuore e dalla consulta dei professori universitari di latino, in particolare dai docenti Guido Milanese e Massimo Gioseffi. Altri test si sono tenuti a Milano, Mantova, Brescia, Bergamo e Pavia.
Tutti conosciamo le certificazioni per l’inglese, il Cambridge o il First, i livelli A, per principianti, l’intermedio B oppure il C riservato a chi ha una perfetta pronuncia, sono fondamentali per costruire un curriculum credibile. Il latino, però, non si parla più.
«Ma si traduce - spiega il dirigente scolastico del Volta Vincenzo Iaia - Il tentativo è far riconoscere il latino nel curriculum europeo. In ambito accademico, e speriamo non solo, è una capacità molto apprezzata. Il latino facilita la capacità di ragionamento». Quanto agli esami abbiamo chiesto a un gruppo di giovani candidati, gli studenti del classico di via Cesare Cantù.
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