Mattia è scomparso: sigilli al rifugio
Nonostante il lavoro della task force impegnata da 4 giorni, nessuna traccia del 30enne comasco - Per oggi la Procura di Sondrio convoca una conferenza stampa: messa nel frattempo sotto sequestro un’ampia area
Un’altra giornata di ricerche senza esito. Un altro giorno denso di interrogativi. Che fine ha fatto Mattia Mingarelli? Lo cercano in Valmalenco da ormai 5 giorni decine e decine di uomini: i vigili del fuoco che ieri sono saliti in quota anche con il Dragon 82, l’elicottero che ha perlustrato dall’alto tutta la zona dei Barchi, sopra Chiesa in Valmalenco dove il 30enne comasco è arrivato venerdì scorso - qui la sua famiglia ha preso in affitto una casa -, dopo essere uscito dal lavoro a Dubino; lo cercano gli uomini del soccorso alpino, del Sagf della guardia di finanza, oltre ai carabinieri impegnati in accurate indagini che hanno richiesto la presenza persino della sezione investigazioni scientifiche del reparto operativo del comando provinciale di Milano. Non sono i Ris, come riferito ieri, ma poco ci manca.
Risultato? Nessuno. Almeno per quanto è dato sapere sino ad ora. Esito negativo sia in casa di Mattia, sia nel rifugio della località dove l’uomo si sarebbe fermato venerdì pomeriggio.
Intanto, però, sono scattati i sigilli sia alla baita dei Mingarelli, sia al rifugio. Sotto sequestro anche l’auto dell’uomo, lasciata parcheggiata in uno spiazzo poco distante da casa. Gli inquirenti non si sbottonano e si limitano a ripetere che «le indagini proseguono a 360 gradi». Si brancola nel buio?
Di certo nessuna “pista” è stata tralasciata: l’allontanamento volontario - che chi conosce Mattia tende ad escludere -, il malore o l’incidente (di qui la task force che sta operando sfidando temperature polari e bufere di neve) e anche ipotesi più drammatiche e ineluttabili. Per ora, però, nessun è stato iscritto sul registro degli indagati, ma si parla solo di “persone informate sui fatti”, come Giorgio Del Zoppo, gestore del rifugio Ai Barchi, tra le ultime persone ad averlo visto venerdì pomeriggio.
Stando ad una prima ricostruzione, non ancora confermata dagli inquirenti, Mattia venerdì scorso ha raggiunto in auto la Valmalenco con il suo cane, Dante. È salito in casa per lasciare le sue cose e probabilmente per riscaldare la baita, poi è uscito per un’escursione nella neve. Dante era con lui ed è proprio l’immagine del suo cane l’ultimo scatto postato su Instagramm. Le foto sarebbero relative al sentiero che sale sino al Palù. Mattia è comunque rientrato da quell’escursione e si sarebbe fermato al rifugio del De Zoppo (che è chiuso al pubblico in questi giorni). A lui avrebbe detto che per cena aveva un appuntamento e poi avrebbe salutato l’uomo dopo aver bevuto un bicchiere con lui.
Da qui in poi possiamo fare solo congetture. Gli inquirenti hanno verificato il racconto del Del Zoppo appurando che effettivamente Mattia quella sera era atteso per cena da alcuni amici. Non è dato sapere se qualcun altro lo abbia visto dopo aver lasciato il rifugio dove è rimasto invece Dante che si è messo a gironzolare nei paraggi con il cane del rifugista.
Di Mattia si perdono quindi le tracce, e il suo cellulare suonerà a vuoto a lungo. Lo troverà ore dopo il Del Zoppo sui gradini di casa.
«Squillava, l’ho visto, l’ho raccolto e ve l’ho consegnato», dirà poi ai carabinieri che lo hanno sentito a lungo su questa vicenda, prima di apporre i sigilli sia al suo rifugio che all’abitazione dei Mingarelli e all’auto dell’uomo ancora parcheggiata dove l’ha lasciata Mattia.
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