Maxitruffa dei 120 Green pass fasulli
Due indagati anche nell’Erbese

L’inchiesta partita da Napoli coinvolge tutta Italia: i dati “rubati” dalle farmacie. Accusato di venderli un uomo residente a Erba, sospetta acquirente una donna di Canzo

A portare allo scoperto un giro nazionale di presunti finti green pass, ottenuti secondo la tesi dell’accusa con il trucco e comunque senza aver mai effettuato né il tampone né tantomeno il vaccino, sarebbe stato un errore commesso da parte degli indagati.

Il 5 ottobre 2021, una farmacista di Napoli adibita anche alle vaccinazioni, riceve una telefonata dell’Asl Napoli 1 che chiede come mai fosse stato segnata la somministrazione del siero della marca Moderna quando in realtà in quella farmacia non c’erano state consegne di quel prodotto.

Un “buco” nell’organizzazione che ha portato la polizia postale ad indagare su un maxi giro di presunte false carte verdi vendute ad una clientela sparsa in tutta Italia che all’alba di ieri ha portato a eseguire più decreti di perquisizione anche nella provincia di Como, tra Erba – dove abita uno dei presunti “abusivi” del “Green pass” che avrebbe fatto accesso in modo illecito nel sistema – e Canzo, dove risiede una donna acquirente della carta verde fasulla.

Per l’uomo, di 49 anni, le accuse formulate dalla procura partenopea parlano di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo al sistema informatico sanitario della Regione Campania, ma anche di frode informatica e falso.

La donna, 34 anni di Canzo, che sarebbe l’acquirente di un presunto finto green pass, è accusata di concorso nell’accesso abusivo al sistema informatico e falso.

Entrambi, ieri mattina, sono stati sottoposti a perquisizione da parte della Polizia Postale di Como che ha ricevuto mandato dai colleghi di Napoli che hanno condotto l’indagine.

I numeri dell’inchiesta sono importanti: gli indagati in quanto ritenuti essere i venditori delle finte carte verdi sono 15, mentre i clienti sarebbero 67, e 25 di questi perquisiti. Sarebbero invece 120 i certificati già appurarti come falsi, che permettevano l’accesso in ogni luogo pur senza essersi mai sottoposti non solo a tamponi ma anche a vaccinazione.

Sono state 40 le perquisizioni eseguite ieri mattina in tutta Italia, con interessate anche le province di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Bolzano, Grosseto, Messina, Monza, Milano, Reggio Calabria, Roma e Trento.

La truffa si sarebbe concretizzata grazie al vecchio ma sempre valido sistema del phishing, frode che ti porta a cliccare su un determinato link che poi ti carpisce ogni tipo di informazione. I dati sarebbero stati “rubati” ad alcune farmacie di Napoli, dove sarebbe nata la frode.

Mauro Peverelli

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