Merone, ballano in 353 al ristorante
Arrivano agenti e finanzieri
I controlli anti Covid e la chiusura del locale per tre giorni. Il titolare: «Nessuna serata danzante»
Polizia e guardia di finanza chiudono per tre giorni (l’ultimo è quello di martedì 3 agosto), il ristorante pizzeria Limonaia di Merone per mancato rispetto delle normative anti Covid. Nel mirino in particolar modo la serata con la presenza di numerose persone.
Troppe per le forze dell’ordine che ne hanno contate ben 353 impegnate a ballare. Ma i titolari del locale non ritengono fosse una serata danzante. Il controllo di agenti e militari a Merone è avvenuto tra venerdì e sabato nell’ambito dei controlli anti Covid agli esercizi pubblici disposti dalla Questura di Como. Personale della divisione della polizia amministrativa e sociale della Questura di Como, ha ispezionato il ristorante unitamente a militari della Guardia di finanza di Erba. Gli operatori hanno svolto una preventiva attività di osservazione come comuni avventori, documentando con immagini registrate, lo svolgimento di una serata danzante con numerose persone: ne sono state contate 353. «Nella parte esterna del locale era stata improvvisata una sorta di pista da ballo, liberando la zona dai tavolini e diffondendo della musica mediante un dj. Al locale si aveva accesso per cenare ma, pagando un ingresso minimo che rendeva possibile la fruizione del bar, era data la possibilità di ballare.
Gli avventori non indossavano alcun dispositivo di protezione». «Considerata l’attuale situazione pandemica e la normativa anti Covid in atto, per cui le attività quali discoteche e sale da ballo non sono ancora aperte, il gestore del locale è stato sanzionato per numerose violazioni in materia di prevenzione e repressione della pandemia da Covid-19, con l’immediata chiusura per tre giorni» hanno reso noto le forze dell’ordine. L’amministratore della società ammette parte di quanto contestato ma precisa che non si era creata alcuna area per il ballo: «Semplicemente dopo cena abbiamo spostato i tavoli per facilitare e ampliare l’accesso al bar e evitare assembramenti, il nostro obiettivo era il rispetto delle normative. Gli avventori poi potevano ascoltare la musica e bere qualcosa.
Magari effettivamente non c’era tra le persone la distanza prevista e magari alcuni non avevano la mascherina ma a 30 gradi all’aperto è difficile imporla». Dalla Limonaia non si vuole fare polemica: «Le forze dell’ordine sono state comprensive e ci hanno permesso di tenere aperto sabato quando avevamo 400 prenotati. Ora siamo chiusi fino a domani e ci hanno multato per 280 euro».
(Giovanni Cristiani)
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