Milano-Asso, tagliati il 30% di posti
«Ridateci i treni di quattro anni fa»

Dossier del Comitato Pendolari. Particolarmente penalizzata la tratta da Erba al capolinea Asso

Altro che potenziamento della linea ferroviaria Milano-Asso per favorire il distanziamento. Mentre i contagi tornano a salire, gli utenti della Valassina si ritrovano con 6 corse in meno rispetto all’inizio dell’anno, e negli orari di punta la disponibilità di posti a sedere è calata del 30 per cento rispetto al 2016 e del 9 per cento rispetto all’inizio del 2020. «Non chiediamo la luna - dicono i pendolari - ma almeno di tornare ovunque al servizio di quattro anni fa». Nelle scorse settimane, da quando è entrato in vigore il nuovo orario autunnale, “La Provincia” ha denunciato i problemi che incontrano ogni giorno i viaggiatori di Asso, Canzo, Caslino d’Erba e Ponte Lambro. Sono utenti che si ritrovano con meno treni e meno carrozze, costretti spesso e volentieri a prendere il treno a Erba (creando così maggior affollamento in piazza Padania). A dar peso alle parole arrivano i numeri, contenuti in un report firmato dal Comitato pendolari Milano-Asso grazie ai dati raccolti sul campo da volontari che hanno annotato le composizioni di ogni treno. Un lavoro certosino che dimostra quanto la parte alta della linea (Asso-Ponte Lambro) sia la più penalizzata insieme al tratto Seveso-Varedo, mentre le stazioni meno penalizzate siano quelle da Palazzolo Milanese a Cadorna. I rappresentanti del Comitato pendolari guidato da Alessia Peverelli hanno analizzato la situazione attuale, quella di gennaio 2020 (poco prima del lockdown) e quella dell’aprile 2016. Partiamo dal numero di corse giornaliere: tanto nel 2016 quanto all’inizio del 2020 da Asso erano 40, oggi sono 34 (-6); dalla città di Erba erano 50, ora sono 48 (-2). Basterebbero questi numeri per cassare la leggenda del potenziamento: con il passare degli anni, i pendolari hanno sempre meno corse a disposizione; nel mezzo della pandemia, per favorire il distanziamento i treni dovrebbero essere di più, invece stanno diminuendo. Per favorire il distanziamento, almeno nelle ore di punta, basterebbe avere composizioni più lunghe. E invece no: i rappresentanti del Comitato hanno calcolato che il numero dei posti a sedere, dunque degli spazi in carrozza, stanno diminuendo. Per chi sale sul treno tra Asso e Ponte Lambro, all’ora di punta (si considerano tutti i treni che arrivano a Cadorna tra le 7 e le 9.30) ci sono oggi 2.365 posti a sedere: sono il 9 per cento in meno rispetto a gennaio (2.592) e addirittura il 30 per cento meno rispetto ad aprile 2016 (3.373). Insomma: con il Covid-19 ci sono meno corse tra cui scegliere e minor spazio in carrozza. Va un po’ meglio per chi sale direttamente a Erba: dalla stazione di piazza Padania, sempre nell’ora di punta, c’è oggi il 18 per cento di posti in più rispetto a gennaio (3.678 contro 2.592), ma comunque meno rispetto al 2016 (i posti erano 3.842) quando non c’erano troppi problemi sanitari a viaggiare gli uni attaccati agli altri. «In quattro anni - osservano i pendolari - Trenord ha operato un forte taglio dei posti a sedere, in particolare nella parte semi-perferica della linea. Il potenziamento annunciato per settembre ha interessato solo l’area metropolitana. Quanto alla tratta Asso-Erba, era dalla fine degli anni Novanta che non si registravano buchi di due ore nell’orario con nessun treno tra le 7.33 e le 9.30».

( Luca Meneghel)

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