Omofobia a Inverigo, la svolta
La vittima denuncia gli aggressori
Il ragazzo ha confermato la versione completa dei gravi fatti accaduti lo scorso 31 gennaio
Alla fina ha trovato il coraggio di denunciarli. «Dopo anni e anni di insulti e prese in giro, quella sera sono passati alle vie di fatto, tirandomi anche pietre, e così ho deciso di raccontare proprio tutto ai carabinieri».
A sfogarsi è Thomas, un ragazzo di 21 anni di Inverigo, che venerdì aveva scelto la strada dei social network per spiegare cosa gli era accaduto il 31 dicembre scorso, mentre stava fumando una sigaretta in uno dei luoghi simbolo di Inverigo, il viale dei Cipressi.
«Era l’ora del tramonto, saranno state e 16,30-17 quando stavo passeggiando nella zona e mi ha notato un gruppetto di ragazzini. Avevo subito intuito che la situazione era tutt’altro che tranquilla: da anni subisco discriminazioni, e così era iniziata a salirmi l’ansia» racconta Thomas.
«Hanno iniziato a insultarmi e a prendermi in giro, visto che all’epoca avevo i capelli tinti di rosa. Ma poi la situazione è degenerata, hanno anche iniziato a tirarmi pietre, cercando di colpirmi nella parte superiore del corpo. Allora sono scappato».
E spiega: «Quando sono tornato a casa ho deciso insieme a mia madre di tornare sul posto e quei ragazzini che non conoscevo e suppongo siano minorenni, erano ancora lì: tant’è che li abbiamo ripresi con il telefonino, e proprio oggi - ieri per chi legge, ndr - abbiamo allegato i file video al testo della denuncia».
Già, perché solo ieri, dopo aver raccontato l’aggressione sui social lanciando appelli contro l’omofobia e ad avere raccolto anche il sostegno i diverse persone e associazioni, Thomas nel pomeriggio è stato convocato in caserma dai carabinieri di Lurago d’Erba per dare la versione completa dei fatti accaduti quel tardo pomeriggio. Dopo una prima segnalazione ai militari infatti, Thomas non aveva sporto denuncia. Non aveva riferito del lancio delle pietre e degli insulti omofobi.
Ieri invece ha aggiunto dettagli e prove video che potranno permettere così agli inquirenti di identificare quel gruppetto di una quindicina di ragazzini che l’ha aggredito.
Ora Thomas si è tolto un peso dallo stomaco: «Ho deciso di parlare anche perché troppe persone stanno subendo discriminazioni, anche qui a Inverigo. Proprio per questo ho lanciato un messaggio video. L’omofobia rimane radicata e bisogna aver il coraggio di denunciarla: anche se accanto a chi mi ha dimostrato solidarietà ci sono state persone che hanno fatto commenti orribili alle mie parole».
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