Ospedali religiosi, la legge se li dimentica
Fondi a rischio per Valduce ed Erba
Taglio per i progetti extra prestazioni con il ticket , emendamento di Fermi per salvarli. E la città rischia di perdere anche l’azienda ospedaliera. Gaffuri: «Ipotesi di accorparla a Varese»
La legge regionale sulla sanità in discussione a Milano si è dimenticata di inserire gli ex ospedali religiosi. In tutta la Regione ne esistono ancora soltanto due e sono entrambi in provincia di Como: il Valduce di via Dante e il Fatebenefratelli di Erba.
A rischio ci sono i contributi regionali per le attività extra prestazioni in regime di ticket. Per cercare di salvarli facendo in modo che non vengano equiparati alle cliniche private con scopo di lucro, è pronto un emendamento firmato dal sottosegretario regionale Alessandro Fermi (Forza Italia) e sottoposto anche alle altre forze di maggioranza.
«C’è la necessità - spiega - che i due ospedali classificati, unici in tutta la Regione, vengano inseriti in legge con una loro apposita qualifica perché non deve minimamente passare il concetto che possano essere equiparati ad ospedali con fini di lucro. Non possiamo pensare che Valduce e Fatebenefratelli perdano prerogative che in anni si sono costruiti. Si tratta di ospedali che non solo operano senza fini di lucro, ma sono fondamentali per il territorio e non finanziare i progetti speciali vorrebbe dire creare danni ai cittadini».
L’emendamento verrà discusso la prossima settimana, ma nel frattempo a Milano l’attenzione sul tema sanitario - dopo lo smembramento delle Asl - è altissima.
A lanciare il sasso, sempre su Como, è stato il consigliere regionale Pd Luca Gaffuri, che ha paventato il rischio che l’azienda ospedaliera Sant’Anna venga accorpata con l’ospedale di circolo Varese. Nulla di ufficiale per ora, ma i rumors al Pirellone, in questi giorni di attesa prima di riprendere l’esame della riforma della sanità nella seduta del 30 luglio, sono insistenti. «Il territorio di Como, con questo ridisegno, diventerebbe a maggior ragione un’appendice di Varese – spiega Gaffuri -. Una scelta di questo peso non può essere assunta con un subemendamento dell’ultimo secondo, ma richiede un dibattito il più possibile ampio con gli operatori del settore sanitario e ospedaliero e con i sindaci del territorio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA