Ponte Lambro, addio all’appuntato Soru
Con i cori di Valbrona e degli alpini di Canzo
Tanti amici e colleghi alla messa di suffragio al santuario di Alzate
Commozione, lacrime e tanta gratitudine. Il Covid-19 ha travolto a inizio aprile la vita dell’appuntato scelto, Mario Soru, morto a inizio aprile 2020 all’età di 52 anni, e ne ha impedito anche i funerali con la partecipazione del popolo. Ma il ricordo del gigante buono dell’Arma dei Carabinieri è stato più forte del dolore e della tragedia e nella serata di venerdì 12 giugno in molti hanno ricordato Mario, il collega ma soprattutto l’amico, che ha lasciato in tutti un ricordo grato. Amici, familiari e conoscenti si sono stretti alla moglie Elisabetta e al figlio Francesco per una messa di suffragio celebrata nel santuario della Beata Vergine di Rogoredo di Alzate Brianza. Non una scelta casuale, ma quasi un segno dell’amore che lo legava alla moglie, originaria di Alserio (paese che fa parte della Comunità pastorale di Alzate Brianza), e verso la Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei Carabinieri. Soru viveva con la famiglia a Ponte Lambro e fino a cinque anni fa prestava servizio nella caserma di Asso. Tanti anni spesi in Valassina, ma col cuore anche in Brianza, nell’amata Alserio, dove ora riposa. «È stato un esempio per tutti fino all’ultimo». Queste le parole ripetute dai tanti colleghi e amici presenti. A celebrare la messa di suffragio il parroco, don Lodovico Colombo. E ad accompagnare il rito l’amato canto: «La sua voce era unica», ricordano sottovoce i colleghi. Una melodia che non si spezza nemmeno davanti a una tragedia così grande e che si fa canto nelle note del coro Virgo Fidelis di Valbrona, guidata dal maestro Luigi Rizzi, di cui Mario faceva parte. Dire che fosse un buono o un angelo non è retorica, ma è quello che ripetono convintamente tutto coloro che lo hanno conosciuto, da Salvatore Melchiorre, maresciallo ex comandante della stazione dei Carabinieri di Asso, che ha avuto l’appuntato Soru come suo sottoposto, ai colleghi del Tribunale di sorveglianza di Milano, dove era in servizio dal 2016. Per i colleghi di Asso e per tutti coloro che hanno lavorato con lui Mario non è morto: «Sei una persona meravigliosa: un punto di riferimento per i colleghi e per i cittadini – hanno scritto in un messaggio i colleghi di Asso, guidato dl comandante Matteo Brivio commosso fino alle lacrime – Usiamo il presente perché ti sentiamo ancora con noi. Con il tuo sorriso, il tuo canto e la tua musica che ha accompagnato serate indimenticabili durante le nostre cene, che finivano con i nostri amati canti Alpini». E proprio il coro degli Alpini di Canzo, sull’ampio sagrato esterno, lo ha voluto salutare al termine col canto “Signore delle cime”, sul fare della sera.
(Simone Rotunno)
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