Ponte Lambro, tre morti alla Rsa
Focolaio dopo il primo vaccino
Positivi ma in buone condizioni altri 12 ospiti della “Wojtyla” .«Virus scoperto a seguito di un ricovero, la dose Pfizer ha evitato il peggio»
Dopo i lutti dello scorso inverno, il peggio sembrava passato. E invece sulla Rsa Karol Wojtyla ai allunga ancora l’ombra del Covid-19: il bilancio dell’ultima settimana è di tre decessi e dodici anziani postivi. L’incubazione risale ai giorni in cui è stata somministrata la seconda dose del vaccino: il fatto che tutti abbiano ricevuto almeno la dose iniziale ha probabilmente evitato un esito peggiore.«I dati ufficiali di Ats Insubria - spiega il sindaco Ettore Pelucchi - certificano dodici anziani positivi al coronavirus nella casa di riposo, dodici sono anche i decessi registrati dallo scorso autunno (la prima ondata aveva risparmiato la casa di riposo, ndr). Tre di queste morti risalgono agli ultimi giorni, si tratta di due donne di 95 e 85 anni e di un uomo di 87 anni».Lo scorso inverno si era registrato un focolaio alla Karol Wojtyla, con nove morti. Questa volta, però, gli anziani e il personale sono stati vaccinati.«Confermo - dice il responsabile di struttura Luca Arnaboldi - sono stati vaccinati con Pfizer-BioNTech, tranne due ospiti per i quali non abbiamo avuto il consenso dai familiari». «L’ipotesi più accreditata è che abbiano incubato il virus dopo la prima dose, a ridosso o in corrispondenza della seconda. Il vaccino raggiunge il massimo della copertura a otto giorni dalla seconda dose, non è un’anomalia». Anzi, continua Arnaboldi, «aver ricevuto per tempo la prima dose del vaccino ha evitato un esito peggiore. Lo dico perché i dodici anziani attualmente positivi su 36 ospiti sono asintomatici, sappiamo che hanno il Covid-19 solo perché è stato certificato da un tampone molecolare».Quanto ai tre decessi, l’infezione è stata certificata e gli anziani rientrano nei bollettini ufficiali di Ats Insubria come morti da Covid-19. A quanto risulta, però, in nessun caso il coronavirus sarebbe la causa primaria del decesso: certo non ha aiutato, ma gli anziani avevano patologie pregresse, anche molto importanti che avrebbero debilitato le persone poi decedute, A certificare questa lettura è la storia di come è stato scoperto il focolaio. «Per una delle nostre ospiti - spiega Arnaboldi - si è reso necessario il ricovero in ospedale per problemi che nulla avevano a che vedere con sintomatologie Covid correlate. In ospedale è stato effettuato il tampone di prassi e ci si è accorti che era positiva: a quel punto abbiamo fatto i tamponi a tutti all’interno della struttura». I dodici positivi sono isolati e stanno bene. «Ci stavamo riprendendo bene, eravamo pronti ad accogliere nuovi ospiti ed è arrivata questa nuova tegola». «Teniamo duro, speriamo di superarla al più presto anche grazie ai vaccini che aiuteranno i nostri anziani positivi a superare meglio la malattia» conclude Arnaboldi.
(Luca Meneghel)
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