
Pronto soccorso a corto di medici
Ne cercano tre, risponde uno solo
Il responsabile: «A regime dovremmo essere in 13, invece in tutto siamo meno della metà
Erba
Un solo candidato per tre posti a tempo indeterminato. Resta l’emergenza personale al pronto soccorso dell’ospedale di Erba: la Provincia Lombardo-Veneta del Fatebenefratelli ha reso noti i risultati dei concorsi pubblici aperti per incrementare l’organico in diversi reparti.
L’attesa era tutta per il settore della medicina d’accettazione e d’urgenza, che ha solo cinque medici: all’appello ha risposto un solo candidato. L’ospedale sta valutando assunzioni a tempo determinato pescando tra chi svolge attività libero professionale, in attesa di aprire un nuovo concorso.
Da mesi il pronto soccorso erbese si ritrova a fronteggiare le emergenze con soli cinque medici, compreso il responsabile Gerardo Foglia. L’organico è estremamente ristretto per un pronto soccorso da 36mila accessi all’anno: «Tra ferie da smaltire e assenze per malattia - ha spiegato Foglia a “La Provincia” - capita di doversi affidare a cooperative di medici esterni. Il nostro reparto dovrebbe lavorare a pieno regime con 13 medici». Ora sono meno della metà.
Ecco perché la Provincia Lombardo-Veneta del Fatebenefratelli ha aperto un concorso pubblico per l’assunzione di tre medici a tempo indeterminato, tutti da destinare al pronto soccorso. Il lavoro in Pronto soccorso è senza orari, si lavora spesso di notte e nei fine settimana. Non tutti se la sentono di affrontare questo tipo di impegno, dice il responsabile del servizio.
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libero Rosso
6 anni
@ Maurizio Doc. Per noi sarebbe un buona cosa, ma purtroppo a causa dei famigerti bilaterali, non si può, altrimenti ci marchiano come razzisti, xenofobi che al giorno d' oggi è così di moda; ed anche Voi avete un tutto da guadagnare, nel senso sociale: medici, infermieri etc. senza bisogno di attingere a gente, che non per causa loro ma per la formazione, non è abbastanza preparata per certe professioni sanitarie, le auguro una buona giornata. Libero
lecchese doc
6 anni
@ Libero Rosso. Voi Svizzeri fate una cosa semplicissima: licenziate i nostri medici e infermieri e rimandateli in Italia. L'Italia (che ha sostenuto il costo della loro formazione) li riavrebbe, e voi avreste l'enorme piacere di avere meno badini in giro alle vostre latidudini (come dite voi).
luca boselli
6 anni
@carlotta ha ragione da vendere: una qualunquista vulgata ha interesse a dire che oggi tutti studiano. Siamo in realtà in fondo ad ogni graduatoria in materia e i pochissimi laureati sono soprattutto in discipline umanistiche. Serve una rivoluzione valoriale che ponga il sapere scientifico, medico e tecnico al centro di tutto.
CARLOTTA MELZI
6 anni
Bravi, bravi, continuiamo con l'idiozia dell'esame d'ammissione a medicina...che trent'anni fa era stata definita una misura TEMPORANEA perchè l'Italia aveva un eccesso di medici!
Comasco D'adozione
6 anni
E non è solo una questione di soldi, anche di organizzazione. con quello stipendio lì, qualora fossero 12 o 13 persone in ruolo si lavorerebbe con dei turni più umani a tutto vantaggio sia della Salute fisica che psichica. e questo problema organizzativo è una cosa non di poco conto, e soprattutto risolvibile con una volontà politica di direzione come appena detto
Comasco D'adozione
6 anni
Lo stipendio base si aggira tra i 2400 e 2700, poi sale con le notti e le reperibilità. contiamoci i turni di lavoro di weekend e festivi e superfestivi, altissima litigiosità con rischio di cause e in qualche caso anche parenti aggressivi. Aggiungiamo che il lavoro fuori non manca, vedasi ambulatorio pure la citata svizzera. Qua si tratta di fare un cambio di mentalità sia a livello politico sia a livello dirigenziale ospedaliero...fare il medico urgentista per morire facendo i turni di pronto soccorso è una delle strade meno invitanti che si prospetta un giovane medico.
Pippi C.
6 anni
libero rosso, il problema è nazionale, non solo del comasco
libero Rosso
6 anni
Riguardo la mancanza di personale medico, chissà perché lavorano quasi tutti in Ticino, così come lavorano le inferiere/i, donne delle pulizie, e chi ne ha più ne metta; il solito discorso; non è che manca il lavoro nel nord Italia; ma preferiscono lavorare dove stipendi che si percepiscono da noi, oltre il confine non li guadagna neanche un medico primario! Buon pomeriggio e tutti. Saluti. Libero