Quando eravamo Scigulatt, asnitt o matt
Tutti i soprannomi paese per paese

Gli abitanti erano chiamati con appellativi che si ispiravano a difetti, caratteristiche o episodi delle varie località

Tempi indietro, ma nemmeno tanto lontani, comunque ormai dimenticanti, era costume e tradizione chiamare persone che venivano da contrade diverse, vicine o lontane che fossero, con un appellativo senza nemmeno prendere in considerazione il nome geografico del paese scritto sul suo documento d’identità.

“Quel le l’è un lumagh” e si capiva subito che era un cittadino di Campione d’Italia. Oppure “el Togn l’è un scigulatt”, e si comprendeva all’istante che l’Antonio veniva giù da Brunate. Questo bella, schietta e naturale consuetudine se ne fregava disinvoltamente della geografia ed evitava tranquillamente ogni accenno alla burocrazia.

I nostri nonni, forse meglio dire i bisnonni, solevano dunque distinguersi tra loro, da borgo a borgo, anche da famiglia e famiglia, con appellativi che si riferivano, talvolta con intenzioni serie, altre scherzandoci su, con perspicacia e grande effetto, le prevalenti caratteristiche delle comunità in cui vivevano: con riferimento ai luoghi, alle attività, ai lavori caratteristici, pure alle abitudini, alla storia, ad avvenimenti recenti o lontani, alle debolezze, alle loro doti che più li caratterizzavano.

Sabato 28 dicembre su “La Provincia” tutti i soprannomi degli abitanti dei paesi comaschi

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