Strage di Erba, maxi querela. E salta la puntata de “le Iene”
Processo mediatico Annullata la super pubblicizzata “inchiesta” di giovedì. Mediaset: «Problema tecnico». Ma il giorno prima era arrivata una diffida
Problema di natura tecnica o di natura legale? Il quesito è più che lecito dopo che, fatto più unico che raro, Mediaset si è vista costretta ad annullare all’ultimo minuto una super pubblicizzata puntata de “le Iene” intitolata “Un’altra verità per la strage di Erba”, sostituita con il film “Scontro tra titani”, remake di un colossal di quarant’anni fa.
La trasmissione Mediaset ha comunicato che si è trattato di “un problema tecnico”, peraltro senza neppure essere in grado di annunciare la data della nuova messa in onda. Ma che tipo di “problema tecnico” può aver causato l’annullamento dell’ennesima puntata dedicata alle tesi innocentiste? La comunicazione dei responsabili della trasmissione non lo chiarisce, in compenso da Palazzo di giustizia emerge che il giorno prima della messa in onda in Procura a Como è arrivata una denuncia-querela con tanto di diffida a procedere in alcune tesi portate avanti dai revisionisti.
La querela
A depositare la denuncia la Waylog srl, società di intelligence che 17 anni fa svolse diversi incarichi di consulenza tecnica per conto della Procura, a partire ad esempio dalla registrazione delle confessioni o della videoregistrazione della testimonianza di Mario Frigerio, quando il testimone ha riconosciuto in Olindo Romano il suo aggressore.
Nell’ultima puntata dedicata alla strage, la trasmissione Mediaset aveva dato voce a un ex carabiniere, Giovanni Tartaglia, congedato dall’Arma dopo che lo stesso è stato condannato per circonvenzione d’incapace, per aver portato via i risparmi a una pensionata, e di concussione, per essersi inventato un incidente stradale per farsi consegnare denaro da un pensionato di San Pietro Sovera. Bene, secondo la controinchiesta innocentista, questo ex carabinieri sarebbe fonte credibile e accreditata quando afferma che Rosa e Olindo sarebbero di fatto stati incastrati dai suoi ex colleghi e dalla Procura e, soprattutto, quando punta il dito contro la Waylog accusando la società di annoverare segretamente tra i soci addirittura un magistrato del palazzo di giustizia comasco. Gli avvocati dell’amministratore della società, Luca Ganzetti, hanno diffidato l’autore dei servizi sulla strage di Erba e Mediaset a proseguire in questa tesi, inviando una serie di dati dai quali emergerebbe come tutta la costruzione su cui si basano gli affondi contro la società sarebbe frutto di errori.
Gli avvocati di Waylog
«Prendiamo atto con soddisfazione del “problema tecnico” invocato per giustificare la mancata messa in onda di questa trasmissione tanto attesa - dicono gli avvocati Pierpaolo Livio e Stefano Marcolini, legali della Waylog - In considerazione del fatto non vi sia stato alcun provvedimento della Procura, Mediaset e Videonews hanno evidentemente ritenuto ben circostanziate le censure mosse al programma e preferito differire la trasmissione, previa miglior verifica delle affermazioni della loro fonte.Per parte nostra abbiamo ricevuto mandato di verificare se esistano profili di diffamazione anche in relazione al libro neo pubblicato “Erba”, mentre stiamo predisponendo la richiesta civilistica di danno patrimoniale e d’immagine patiti da Waylog che, 2019 ad oggi, in ragione della campagna diffamatoria scatenata nei confronti del suo titolare , ha visto il fatturato contrarsi. Non escludiamo, infine, la simmetrica proposizione di querela in favore di altri soggetti che si sono già a noi informalmente rivolti, sentendosi egualmente diffamati».
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