Stretta sul reddito di cittadinanza: in tre mesi solo quattro domande

Erba Nel 2022 erano arrivate novanta richieste dai residenti, poi a gennaio il drastico crollo. Due percettori impegnati in “progetti utili alla collettività”. In futuro potrebbero aumentare

La stretta del Governo sul reddito di cittadinanza fa crollare le domande anche a Erba, una città dove si sono sempre registrati numeri da record per il sussidio istituito nel 2019 dall’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte. Nel primo trimestre del 2023 le nuove richieste sono solo 4, contro le 90 di tutto il 2022. Il Comune, in ogni caso, ha rinnovato la convenzione con il Consorzio Erbese Servizi alla Persona per impiegare i percettori in lavori utili alla collettività. Il reddito di cittadinanza è nel mirino del centrodestra sin dalla vittoria alle ultime elezioni politiche. Il Governo di Giorgia Meloni ha chiarito che la misura scomparirà alla fine del 2023, per essere sostituita da altre forme di inclusione nel mondo del lavoro; nel 2023 si potrà percepire il sussidio per sette mesi (non più per 18 mesi rinnovabili per altri 18) e tutti i percettori hanno l’obbligo di lavorare, o almeno di seguire corsi di aggiornamento o di riqualificazione professionale.

Si spiega allora il crollo registrato dagli uffici comunali erbesi. Stando ai dati aggiornati al 31 marzo, nel primo trimestre del 2023 sono arrivate solo 4 richieste del reddito di cittadinanza da parte dei residenti in città: lo scorso anno le domande furono complessivamente 90, con una media di 22,5 a trimestre. Cala di conseguenza anche il numero dei cittadini che attualmente stanno incassando il reddito: sono 87. Ci sono stati periodi (ad esempio nella primavera del 2022) in cui il reddito era percepito da 130 erbesi contemporaneamente. Il calo, in questo caso, è legato al fatto che molti dei vecchi percettori hanno già incassato il reddito per 36 mesi complessivi, il massimo previsto dalla normativa originaria. L’ultimo dato importante riguarda il totale dei residenti erbesi che dal 2019 a oggi hanno percepito il reddito di cittadinanza: parliamo di 477 persone. Se pensiamo che il 2023 si è aperto con sole quattro nuove richieste, il crollo è ancora più sorprendente.

Lo scorso anno, dopo tante ricerche infruttuose, l’assessore ai servizi sociali Anna Proserpio è riuscita ad attivare i primi Puc (Progetti utili alla collettività). Il gioco di squadra con il Consorzio Erbese Servizi alla Persona e con il Centro per l’impiego ha consentito al Comune di reclutare alcuni percettori del reddito per lavori disposti da Palazzo Majnoni: due di loro, ancora in attività, girano la città per conto del settore lavori pubblici segnalando e fotografando eventuali criticità. La scorsa settimana la giunta ha rinnovato l’accordo con il Consorzio Erbese Servizi alla Persona per procedere con altri progetti di Puc. Trovare le persone adatte resta molto difficile, basti pensare che su 477 percettori quelli impiegati per conto della città si contano su una mano, ma l’obiettivo è proseguire. Almeno fino a quando il reddito non verrà formalmente abolito per essere sostituito da altre misure: a quel punto il ruolo dei Comuni sarà tutto da riscrivere.

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