«Vacanze e doni a spese di un’anziana»
Albate, l’ex maresciallo davanti al giudice

Il sottufficiale dei carabinieri, moglie e figlia accusati di circonvenzione d’incapace. I difensori chiedono il rito abbreviato. In quattro anni contestate appropriazioni per 100mila euro

L’ex comandante dei carabinieri di Albate, Domenico Pisani, la moglie e la figlia sono finiti davanti al giudice delle udienze preliminari, per rispondere dell’accusa di circonvenzione d’incapace. L’inchiesta a carico del sottufficiale - oggi in pensione - che comandava la stazione di piazza IV Novembre, aveva preso il via poco meno di un paio di anni fa quando un’anziana benestante milanese, prima di morire sulla soglia degli ottant’anni, lo ha denunciato per una serie di presunte appropriazioni che l’ex comandante e i suoi famigliari avrebbero compiuto ai danni della donna.

L’accusa

Tutto inizia nel 2012 quando Pisani conosce al circolo Golf Villa d’Este di Montorfano un’anziana ricca signora milanese. Tra la donna e la famiglia dell’ex sottufficiale dell’Arma nasce un’amicizia che - almeno stando a quanto contestato dalla Procura - non sarebbe stata a titolo gratuito.

In quattro anni (accusa il pubblico ministero Mariano Fadda) Pisani, la mogliee la figlia sarebbero riusciti a farsi fare regali e donazioni per una cifra (contestata dalla difesa) che supera i centomila euro. In particolare tra il 2012 e il 2016 Pisani sarebbe riuscito a farsi consegnare - attraverso prelievi dal conto della donna e successivi bonifici sul proprio o su quello di moglie e figlia.

Ma nel capo d’imputazione costato la richiesta di rinvio a giudizio e il procedimento davanti al giudice, compaiono anche altre contestazioni. E, in particolare: la donazione a Pisani di un Rolex da 9mila euro, di una Golf alla figlia (subito rivenduta per una più lussuosa audi A5) e una serie di vacanze e soggiorni in hotel che l’ex comandante della stazione di Albate avrebbe richiesto per poter invitare, e far così bella figura, con l’allora (ignaro della circonvenzione) suo comandante, il colonnello Roberto Iervolino, e in un’occasione anche l’ex prefetto Bruno Corda, pure lui del tutto ignaro dei retroscena dell’invito.

Le difese

Nel corso dell’udienza preliminare, gli avvocati degli imputati hanno chiesto e ottenuto che i tre imputati potessero essere giudicati con rito abbreviato. Da qui la decisione del giudice di rinviare il procedimento al prossimo mese di marzo.

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