Comaschi residenti all'estero
Pressing da parte del Fisco

Formalmente è un questionario, ma suona più che altro come un invito, nemmeno troppo velato, a vuotare il sacco. È la lettera che in questi giorni hanno ricevuto i comaschi rientrati in Italia dopo aver vissuto all’estero per qualche anno. Mittente: l’Agenzia delle entrate. Il documento è stato spedito, in totale, a circa cinquantamila nostri connazionali che si trovano in questa condizione

COMO Formalmente è un questionario, ma suona più che altro come un invito, nemmeno troppo velato, a vuotare il sacco. È la lettera che in questi giorni hanno ricevuto i comaschi rientrati in Italia dopo aver vissuto all’estero per qualche anno. Mittente: l’Agenzia delle entrate. Il documento è stato spedito, in totale, a circa cinquantamila nostri connazionali che si trovano in questa condizione. In particolare, nel mirino del fisco sono finiti tutti coloro che hanno deciso di tornare in patria negli ultimi cinque anni. L’elenco dei destinatari è stato stilato sulla base dei dati dell’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero) e la richiesta contenuta nella lettera non è equivocabile: bisogna comunicare eventuali disponibilità di conti correnti bancari, immobili o altri beni lasciati all’estero e non dichiarati in Italia. In fondo al documento, inoltre, si ricorda al cittadino la possibilità di aderire, entro il 15 dicembre, allo «scudo fiscale», facendo così rientrare i capitali. Tradotto: sei sotto osservazione, se non aderisci alla sanatoria e scopriamo che hai dei valori all’estero… saranno guai.
Qualcuno l’ha definito «un modo per fare pressione», secondo altri somiglia piuttosto a un «ricatto». Il dato di fatto è che i comaschi ex emigrati sono stati messi alle strette e la direttiva non ha mancato di suscitare allarme e preoccupazione. Anche perché il questionario va compilato e restituito entro trenta giorni. Sul tema, il consigliere regionale comasco Luca Gaffuri (Pd) ha interpellato la giunta regionale, insieme ai colleghi Stefano Tosi e Carlo Spreafico: «Quella degli ex immigrati, iscritti in precedenza all’Aire, è una questione preoccupante; bisognerebbe infatti distinguere tra chi ha preso la residenza fittizia in un paradiso fiscale per evadere il fisco e chi all’estero, in particolare in Svizzera, ci è andato per lavorare». In provincia di Como le raccomandate sono arrivate, per lo più, proprio a persone che risiedevano in Svizzera. La vicina confederazione, d’altra parte, è la meta prediletta dai comaschi che vanno a vivere all’estero, basti pensare che si trova in Svizzera il 55% dei 6.413 abitanti di Como città che risiedono fuori dai confini nazionali da almeno un anno (si tratta, quindi, di 3.549 persone). La seconda destinazione è l’Argentina, ma i numeri sono molto più limitati: 522 gli abitanti di Como città che vi si sono trasferiti. Sono invece 30.669 le persone provenienti da tutta la provincia di Como che risultano iscritte all’Anagrafe dei residenti all’estero, suddivise in 16.907 nuclei familiari. Le persone che lasciano il nostro territorio per trasferirsi all’estero sono, mediamente, mille all’anno.
Michele Sada

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