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Giovedì 12 Novembre 2009
Lettera dei Nat annuncia:
«Pronti alla lotta armata»
Gli ingredienti per pensare al delirio ci sono tutti: indirizzo (con tanto di errore nel nome della via) scritto con il normografo, firma sconosciuta, minacce distribuite a quattro venti e le parole «lotta violenta» o «lotta armata» ripetute decine di volte. Eppure, la lettera anonima giunta ieri nella nostra redazione, proprio perché zeppa di deliri, non può essere ignorata. E infatti la missiva è stata presa in consegna dagli agenti della digos di Como, i quali ora cercheranno di comprendere meglio l’attendibilità della lettera firmata da fantomatici (quanto sconosciuti) "nuclei di azione territoriale"
COMO Gli ingredienti per pensare al delirio ci sono tutti: indirizzo (con tanto di errore nel nome della via) scritto con il normografo, firma sconosciuta, minacce distribuite a quattro venti e le parole «lotta violenta» o «lotta armata» ripetute decine di volte. Eppure, a dispetto di un contenuto più adatto alle riedizioni di una docu-fiction su un terrorismo attempato, la lettera anonima giunta ieri nella nostra redazione, proprio perché zeppa di deliri, non può essere ignorata. E infatti la missiva è stata presa in consegna dagli agenti della digos di Como, i quali ora cercheranno di comprendere meglio l’attendibilità della lettera firmata da fantomatici (quanto sconosciuti) "nuclei di azione territoriale".
In quattro pagine scritte fitte fitte al computer, i sedicenti aspiranti terroristi fanno una loro personalissima analisi dell’attuale situazione italiana concludendo: «Siamo di fronte a una situazione straordinaria che esige una risposta straordinaria» e che quindi «è ora di concludere i discorsi e dare l’inizio all’azione».
Per azione i Nat si riferiscono, manco a dirlo, alla «violenza». Scrivono gli anonimi estensori del documento: «Se la violenza del regime si chiama giustizia, la giustizia del popolo si deve chiamare anche violenza». Quella dei nuclei firmatari della lettera recapitata al nostro quotidiano suona come una vera e propria chiamata alle armi contro non meglio identificati «potenti». La minaccia è chiara: «Questo regime si regge sulla forza delle armi e chi lo vuole combattere si deve mettere sullo stesso piano» per fare «una pressione crescente, anche violenta, contro i regime». Come? Facendo «sentire il fiato sul colpo ai potenti» i quali «devono capire che sono vulnerabili nelle loro case».
La lettera non indica obiettivi precisi o missioni mirate ma, pur precisando di non voler «scimmiottare il terrorismo», arriva addirittura a proporre «azioni violente facilmente e autonomamente riproducibili» da parte di quelle che vengono chiamate «avanguardie nei territori».
Il folle documento eversivo si conclude annunciando «un conflitto di lunga durata», pur precisando che «la lotta violenta non è una scelta irreversibile».
Ora i folli richiami alla violenza contenuti nella lettera anonima giunta in redazione è in mano alla digos di Como, che indaga sul documento da propaganda armata per verificare la presenza di cloni in altre zone d’Italia e, se possibile, identificare gli autori.
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