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Mercoledì 18 Novembre 2009
Glanost: mobilitazione
contro i licenziamenti
Bregnano: continua lo sciopero dopo l’avvio delle procedure per lasciare a casa 167 dei 320 lavoratori impegnati nell’azienda. Da martedì, un’ora e mezza di sciopero il mattino e un’ora e mezza il pomeriggio. Bloccato anche un camion che voleva entrare negli spazi produttivi. Mercoledì alle nove, ci sarà un corteo dei lavoratori dalla Glaston da Rovellasca fino alla piazza del mercato con comizi, mentre alle 20 e 30 è previsto l’incontro comune, con i sindacati, il sindaco e i vertici dell’azienda
BREGNANO Continua lo sciopero alla Glaston di Bregnano dopo l’avvio di una procedura di licenziamento per 167 dei 320 lavoratori impegnati nell’azienda. Da martedì, un’ora e mezza di sciopero il mattino e un’ora e mezza il pomeriggio. Bloccato anche un camion che voleva entrare negli spazi produttivi. Mercoledì alle nove, ci sarà un corteo dei lavoratori dalla Glaston da Rovellasca fino alla piazza del mercato con comizi, mentre alle 20 e 30 è previsto l’incontro presso il comune, con i sindacati, il primo cittadino e i vertici dell’azienda. Per venerdì dovrebbe tenersi, quasi sicuramente, l’incontro ufficiale tra la Glaston e i sindacati. Intanto i sindacati annunciano la possibilità di inasprire lo sciopero in corso: «Fino a mercoledì intendiamo mantenere un’ora e trenta di sciopero, mattino e pomeriggio, senza preavviso - spiega Marco Fontana di Fiom Cgil Como -. Da mercoledì in poi potremmo passare a due ore, i dipendenti spingono per una linea più dura. C’è comunque una partecipazione incredibile, un fischio e la struttura si svuota». Sono le segreterie unitarie di Cigl Cisl Uil e Fim Cisl Fiom Cgil Uilm Uil di Como ad occuparsi della trattativa, giudicando inaccettabile la decisone della proprietà che fa capo ad una multinazionale finlandese di avviare una procedura di licenziamento per 167 lavoratori sui 320 della Glaston, ex Bavelloni di Bregnano. La richiesta da parte dei sindacati è la revoca della procedura stessa di licenziamento, ritenendo sbagliato scaricare su lavoratori e lavoratrici dell’azienda i costi di una crisi di cui non hanno alcuna responsabilità.
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