Senna a rischio bancarotta:
deve pagare 1,3 milioni

Un pronunciamento del collegio peritale mette a rischio le casse comunali: il Comune dovrà rimborsare dei terreni espropriati 40 volte la somma preventivata, per un'area su cui non è più previsto nulla

SENNA COMASCO «Il comune è sull’orlo della bancarotta». E’ del vicesindaco Bruno Galati la frase che sintetizza la situazione: il Comune si trova a dover pagare entro un mese un maxi rimborso di un milione e 300 mila euro a una decina di cittadini. La vicenda è deflagrata in consiglio comunale ed è relativa all’esproprio di circa ottomila metri quadri di terreni in via del Gaggio, dove il Comune aveva previsto il nuovo centro sportivo. Ipotesi ormai accantonata.
I proprietari dei terreni espropriati,  insoddisfatti della proposta economica del Comune, due anni fa avevano presentato ricorso al Tribunale, davanti al quale si è aperta una particolare procedura prevista dalla legge, la «determinazione definitiva dell’indennità di esproprio». Sabato mattina, in municipio, è arrivato il pesante verdetto firmato dai tre periti nominati in rappresentanza del Tribunale, del Comune e dei proprietari dei terreni: il Comune dovrà versare ai ricorrenti circa un milione e 300mila euro di indennizzo. I periti hanno valutato ogni singolo metro quadro espropriato 130 euro, cifra enormemente più alta rispetto ai 3 euro e 17 centesimi previsti dal Comune, sulla base di una consulenza chiesta all’Amministrazione provinciale. Al milione e trecentomila euro, comprensivo di interessi, andranno sommate le spese legali e di consulenza: in tutto, si prevede un esborso di circa un milione e mezzo, non sopportabile dalle casse del Comune, che, secondo gli stessi amministratori, a questo punto rischia la bancarotta.

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