Cardano, villa in collina
ma con sospetta truffa

Gli acquirenti di sei appartamenti ottenuti da una ristrutturazione raccontano di aver ottenuto l'abitabilità dopo molto tempo, e in ogni caso soltanto dopo che alla denuncia sfociata nel fascicolo penale si erano aggiunte anche diverse cause di risarcimento civile tuttora pendenti. Chiesto il rinvio a giudizio per il costruttore romano Natale Gilio e l’architetto comasco Mario Margheritis

COMO Il costruttore romano Natale Gilio e l’architetto comasco Mario Margheritis sono accusati dalla Procura di Como di avere truffato gli acquirenti di sei appartamenti del complesso Villa Eros, una maxi ristrutturazione conclusa un paio d’anni fa sulla collina di Cardano, in uno degli angoli in assoluto più incantevoli e meno urbanizzati del capoluogo.
Le accuse di truffa si combinano a quella di falso che Margheritis e Gilio, ex banchiere con importanti trascorsi ai vertici di diversi istituti di credito italiani, avrebbero commesso nelle loro qualità di consigliere e legale rappresentante della società Villa Eros srl, addirittura falsificando una dichiarazione di fine lavori alla quale fu apposto un finto timbro di protocollo del Comune di Como. Simone Pizzotti, il magistrato che ha raccolto la denuncia dei sette acquirenti - assistiti tutti dall’avvocato comasco Mauro Navio - ha chiesto per entrambi il rinvio giudizio, che si deciderà in un’udienza fissata per il prossimo 14 gennaio. Secondo il pm, furono sei gli appartamenti del complesso di Cardano venduti inducendo in errore sia i compratori sia il notaio che redasse i rogiti. Erano tutti convinti della genuinità della documentazione presentata; lasciava presupporre che, di lì a poco, le stesse case avrebbero avuto anche la cosiddetta abitabilità. Gli acquirenti raccontano oggi di averla sì avuta, ma dopo molto tempo, e in ogni caso soltanto dopo che alla denuncia sfociata nel fascicolo penale si erano aggiunte anche diverse cause di risarcimento civile tuttora pendenti, in un intricatissimo gomitolo di contestazioni che non riguardano peraltro i soli inquilini coinvolti in quei rogiti in odore di falso.

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