Natale ai tempi della crisi
Folla in centro, budget ridotti

Secondo le prime indicazioni siamo fuori dalla crisi ma ancora in “convalescenza”: il 72% ha ancora timori generici sulla situazione economica e quindi i consumi di questo Natale dovrebbero stabilizzarsi attorno a quelli dell’anno scorso, già esigui

COMO - C’è crisi? Non c’è più crisi? È passata, sta passando, passerà presto? Si iniziano a vedere i primi timidi spiragli, come ripetono gli economisti ormai da mesi? Di sicuro ci sono il conto in banca, il portafoglio, la tredicesima in arrivo (per i più fortunati ma non per tutti) e i regali di Natale che, mai come nel 2009, possono anche essere acquisti strettamente necessari, come il decoder per il digitale terrestre o un capo d’abbigliamento irrinunciabile. In questo caso, però, tanti preferiscono attendere i saldi: Babbo Natale potrebbe aspettare il 2 gennaio per regalare sciarpe, scarpe e caldi maglioni. Come se la stanno cavando i comaschi? Risparmiano? Le strade del centro affollate, per questo ponte dell’Immacolata, corrispondono ai primi acquisti?

«Non sempre - precisano dall’Upcts - Per tanti si tratta di una ricognizione per farsi un’idea dei prezzi». Secondo le prime indicazioni, insomma, siamo fuori dalla crisi ma ancora in “convalescenza”: il 72% ha ancora timori generici sulla situazione economica e quindi i consumi di questo Natale dovrebbero stabilizzarsi attorno a quelli dell’anno scorso, già esigui. Qualche rinuncia, insomma, soprattutto per i regali al di fuori dello stretto nucleo familiare. In questi casi l’abbigliamento è, tradizionalmente, in testa ma quest’anno i saldi “all’inglese” (a Londra cominciano addirittura a Capodanno con code all’ultimo sangue nei magazzini più esclusivi) incideranno non poco perché l’attenzione è maggiore: perché pagare a prezzo pieno quello che costerà magari il 60% in meno all’inizio del 2010? Quindi libri, alimentari, vini e spumanti, articoli sportivi, cd e dvd sono ancora gli acquisti più gettonati. La tenuta dei generi alimentari e l’aumento della telefonia sottolineano come ci sia un vero e proprio “ritorno in famiglia”. Una tendenza totalmente ribaltata rispetto a prima della crisi: nel Natale del 2003, ad esempio, il centro studi Confcommercio rilevava come si acquistasse più tecnologia e meno prodotti tradizionali. C’erano più soldi e si assisteva a un vero boom dell’elettronica che nel solo mese di dicembre aveva registrato un incremento degli acquisti pari al 70%. Bene anche gli elettrodomestici (+65%), i prodotti di profumeria (+63%) e i giocattoli (+55%).

C’era incertezza nel settore viaggi a causa della travagliata situazione internazionale. «Quest’anno, invece, già in questo ponte più lungo rispetto a quello del 2008, si è mossa più gente preferendo restare in Italia per risparmiare - confronta Guido Capizzi - Bene anche per Como, con presenze superiori del 2% con campeggi e bed & breakfast che lavorano bene. Anche questi turisti, sicuramente, spenderanno qualcosa in questi giorni». I conti, però, si chiuderanno solo domani. Ma anche se permangono i dubbi, e le dichiarazioni discordanti degli addetti ai lavori non aiutano a chiarire la situazione, c’è fiducia e propensione a spendere al massimo, per quanto consentito: all’incirca, è una stima, tra i 200 e i 250 euro per nucleo familiare. Intanto anche ieri pomeriggio le strade della città murata sono state letteralmente prese d’assalto e i negozi brulicavano di vita, soprattutto quelli di giocattoli segno che, al di là di ogni stima, ai desideri dei bambini è impossibile rispondere di no.

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