"Due università sono troppe
Ne basterebbe una buona"

Il presidente degli industriali boccia l'Insubria: "Giurisprudenza e Comunicazione non servono al territorio. Emblematico l'esempio di Lecco, dove c'è solo il Politecnico e si sta già realizzando il campus"

Più che a un sasso nello stagno, le parole del presidente degli industriali comaschi Ambrogio Taborelli somigliano a cannonate. Ha seguito le ultime vicende relative al mondo universitario comasco, con i pensanti tagli decisi dall’Insubria a Como (sette docenti e relative risorse spostati a Varese, due corsi in meno dall’anno prossimo) e le critiche piovute da più parti contro i vertici dell’ateneo, ma finora non era mai intervenuto nel dibattito.
L’ha fatto ieri, e non si può certo accusarlo di scarsa chiarezza: «A Como non abbiamo bisogno né di laureati in Giurisprudenza né di esperti in Comunicazione, eppure l’Insubria continua a puntare su Legge e ora ha deciso che aprirà a Como un corso di laurea in Scienze della comunicazione - tuona Taborelli - Se il criterio che orienta le scelte è soltanto quello di attrarre iscritti, l’università andrà sempre peggio. A noi servono laureati in materie scientifiche, gli ingegneri, i chimici, gli informatici. L’Insubria ha ricevuto tantissimo dal territorio e dalle istituzioni, ma c’è stato uno scarsissimo ritorno, non possiamo nascondercelo». Dopo questa premessa, il numero uno di Confindustria Como dà fuoco alle polveri: «Non ci servono due università, la presenza contemporanea dell’Insubria e del polo comasco del Politecnico sta creando duplicazioni e causa una continua dispersione delle risorse. Ci basta un’unica università che lavori bene e punti sull’eccellenza, sulla qualità». Taborelli sogna, dunque, un ritorno all’antica idea dell’università di Como: «Basta con i campanilismi, bisognerebbe mettere insieme quanto di buono c’è nei due atenei, nell’interesse del territorio. L’esempio di Lecco, dove è attivo solo il Politecnico, mi pare emblematico: lì stanno già facendo il campus mentre noi ancora ne discutiamo».

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