Sorpresa, i comaschi
tornano a spendere

«La discesa dei consumi si è fermata. Non si può rilevare un clima euforico, però emergono nuovi segnali di fiducia delle famiglie»: è la sintesi dell’intervento dei rappresentanti dell’Unione Commercio, Turismo e servizi l’altro ieri al “Tavolo provinciale per la competitività e lo sviluppo”, come è stato ridenominato il Tavolo della crisi, promosso dalla Camera di Commercio con tutte le associazioni economiche, sindacati, settore del credito, Pastorale Diocesana del lavoro, parlamentari, consiglieri regionali ed assessori provinciali. «L’andamento calante osservato dalla metà del 2008 ha raggiunto un punto di svolta, pur se non si può ancora parlare di inversione di tendenza», è stato cauto Guido Capizzi che ha presentato la relazione curata dall’Ufficio Studi Economici e Legislativi di Confcommercio Como. «La flessione delle vendite al dettaglio risulta ancora principalmente ascrivibile al comparto non alimentare dove i consumi sono rimasti contenuti principalmente per effetto di un ulteriore peggioramento del mercato del lavoro», illustra il rapporto che definisce il quadro complessivo «ancora di sofferenza». Non è più il periodo del «notevole calo di fatturato, redditività, produttività», ma è quello della «stabilizzazione, con aumento della fiducia del consumatore, riconducibile ad una valutazione più favorevole della situazione economica generale». L’indice di fiducia aveva raggiunto «livelli bassissimi» e la contrazione dei consumi era stata sensibile tra settembre 2008 e marzo 2009. Quella delle famiglie rimane una spesa selettiva, attentissima al prezzo o, meglio, al rapporto tra quantità, qualità, prezzo, ai saldi, agli sconti, alle offerte speciali. Un esempio si registra in questi giorni: strade affollate, in particolare le vie dello shopping.

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