Pietro e Nino Clerici,
un'arte di famiglia

E' dedicata ai due protagonisti della scultura e della pittura italiana la mostra promossa dalla Famiglia Comasca.

di Stefania Briccola

L’arte di Pietro Clerici (1877-1959) e Nino Clerici (1909-1978) a confronto in una mostra a Como nelle sale dell’associazione Famiglia Comasca. L’omaggio agli scultori, zio e nipote, viene reso in occasione del cinquantesimo dalla scomparsa del primo e dei cento anni dalla nascita del secondo. L’esposizione dedicata agli artisti comaschi è curata da Massimo Clerici, figlio di Nino, pronipote di Pietro e scultore che ha tratto linfa vitale nella sua espressione dagli illustri predecessori. Le opere scelte costituiscono un nucleo significativo dei percorsi di questi due maestri simili per abilità tecnica e potenza espressiva, ma distanti per indole e carattere. Pietro Clerici si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 1904 sotto la guida di Enrico Butti e nel 1907 partecipò alla Biennale di Venezia dove presentò il bronzetto «Il dolce risveglio» che fu poi acquistato dal comasco Enrico Musa. Lo scultore insegnò per anni con Achille Zambelli all’Istituto Carducci di Como dove formò generazioni di artisti, tra cui Manlio Rho e Mario Radice, mentre al giovane Francesco Somaini diede lezioni private. In mostra è possibile ammirare il suo capolavoro «Uomo legato alla terra» (1906), in cui spicca la tensione delle masse muscolari nel corpo scolpito, un nudo maschile (1908), il busto di Beethoven (1926), e alcuni straordinari ritratti nei medaglioni di gesso patinato. «Al mio prozio - confida Massimo Clerici - invidio la freschezza e la rapidità nel modellare e il senso pittorico, avvicinabile a quello di Troubetzkoy. Conservo ancora gelosamente nel mio studio il suo ultimo lavoro incompiuto dedicato a Papa Giovanni XXIII».  Pietro Clerici esercitò grande influenza sulla formazione del nipote Nino che affermava di essere «un ribelle» e di «non avere mai pagato un pedaggio». La sua insofferenza alla disciplina lo portò ad abbandonare gli studi all’Accademia di Brera a Milano e in seguito rifiutò ogni appartenenza politica e a sodalizi artistici. Di grande intensità sono le sue opere di grandi dimensioni tra cui il bassorilievo, dal titolo «Il seminatore» (1957), commissionato da Giovanni Passera e destinato alla cappella di famiglia al cimitero Monumentale di Como. «Questo fu un lavoro interminabile e tormentato - ricorda Massimo Clerici - perché mio padre non era mai convinto della sua compiutezza. Nel bassorilievo si percepisce la vibrazione del corpo sin nei dettagli». Degni di nota sono i busti di Roberto Sarfatti (1934), eroe di guerra e figlio di Margherita, e del beato Luigi Guanella (1943), e «Donatore di sangue» (1945) dagli esiti rodiniani.  

«Omaggio a Pietro Clerici e Nino Clerici» mostra di scultura, a cura di Massimo Clerici, in via Bonanomi 3, a Como. Aperta fino al 16 gennaio 2010. Orari: lun-sab; 15-18.  Chiuso: domenica.

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