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Mercoledì 23 Dicembre 2009
Comaschi, popolo di evasori
Nascosti al Fisco 380 milioni
C'è un ristoratore, in provincia di Como, che per almeno un anno non ha mai emesso scontrini. La guardia di finanza dice che in tutto deve avere nascosto ricavi per 250mila euro, centesimo più, centesimo meno. Secondo le fiamme gialle è in ottima compagnia
COMO - C'è un ristoratore, in provincia di Como, che per almeno un anno non ha mai emesso scontrini. La guardia di finanza dice che in tutto deve avere nascosto ricavi per 250mila euro, centesimo più, centesimo meno. Caso isolato o prassi?
Di evasione fiscale in provincia di Como si è parlato a lungo ieri mattina a Palazzo Terragni, nel corso della conferenza stampa che la guardia di finanza organizza ogni fine anno. Il comandante provinciale Rodolfo Mecarelli ha fornito i dati dell'attività di servizio, svolta dalle diverse compagnie e tenenze sparse sul territorio provinciale, oltre che dal Nucleo di polizia tributaria di via Raimondi.
Il dato certo è che i comaschi non smettono di fornire lavoro, e non soltanto per questioni legate allo scudo fiscale 2009. A tutto lo scorso mese di novembre, sono stati infatti recuperati a tassazione redditi per 380 milioni di euro, cui se ne aggiungono altri 114 milioni di Iva evasa. In tre settori soprattutto - quello delle costruzioni e del commercio all'ingrosso e al dettaglio - sono stati individuati 81 evasori totali, persone fisiche (anche professionisti o artigiani) e società che non avevano mai dichiarato mezzo centesimo. Quattro anni fa i redditi non dichiarati, e recuperati a tassazione dalla finanza, ammontarono a 70 milioni di euro: «C'è un effettiva crescita della nostra preparazione professionale - ha commentato Mecarelli per spiegare l'incremento di voci che si vorrebbero più contenute - Ma nel nostro territorio ci sono anche forme di evasione persistenti, quali la frode fiscale per emissione di fatture false».
Ulteriore cartina di Tornasole di una certa propensione a evadere il fisco, è il numero di scontrini emessi, o meno, dagli esercizi pubblici. Nel corso dell'anno si sono registrati casi davvero estremi, a partire da quello del ristoratore che alla Agenzia delle entrate ha nascosto più o meno 250mila euro: incrociando i dati delle registrazioni dei cosiddetti pos (le macchine che leggono carte di credito e bancomat), le fiamme gialle hanno addirittura identificato negozi di abbigliamento con un passivo di oltre 800 scontrini. «Il rispetto delle norme tributarie - ha ricordato il comandante - è rispetto per il prossimo, per la "casa" comune». Chi mostra di non averne rischia sanzioni penali ma non solo: nel caso dei pubblici esercizi, la finanza ha già avanzato le prime proposte di chiusura. Si parte da un minimo di tre giorni.
Ma il 2009 è stato anche l'anno dello scudo fiscale, a torto o a ragione considerato una sorta di condono che, per restare al tema centrale, ha direttamente confermato l'esistenza di forme di evasione diffusa. Nei controlli ai 12 valichi provinciali, da Oria Valsolda a Bizzarone, sono stati messi a segno anche diversi sequestri di valuta: in tutto si è trattato di due milioni e 200mila euro, denaro ma anche titoli, che si aggiungono a ulteriori 400 milioni di euro che sono il valore stimato di depositi esteri certificati da una abbondanza notevole di documentazione: «Il prossimo
anno - ha concluso Mecarelli - continueremo su questa strada. Ci interessa l'evasione internazionale. E nel mirino abbiamo già qualche soggetto».
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