Per rispetto abbiamo aspettato qualche giorno, dopo che la salma di M. (lo chiameremo così) fosse sepolta a riposare in pace.
Sì, perché la vita di M. è stata difficile, impegnativa, condizionata anni fa, da un incidente. Avanti indietro in ospedale, in psichiatria; la morte del padre, la madre anziana e minuta. Un fratello con la sclerosi multipla, un altro fratello con qualche problema con la giustizia per reati non grossi.
Abitava, M. a Como sud, in case dell’Aler, un appartamento diventato fatiscente, difficile da vivere con tutte queste difficoltà. Come si fa a lasciare una famiglia così? Una vita impegnativa; la difficoltà di raggiungere fine mese con la pensione sociale, ogni tanto l’aiuto dei preti vicini.
Una famiglia che i Servizi sociali della città conoscevano bene; ma tanta difficoltà a seguirla al meglio, qualche rimpallo di responsabilità... tocca a quel settore... no, è di competenza dell’altro servizio...
Poi magari, il rifiuto da parte di M. e dei suoi familiari di farsi seguire completamente; difficile stabilire i modi e i metodi giusti per simili interventi; difficile capire le reazioni dell’uomo così duramente colpito... Ora Emme è morto in un freddo pomeriggio di sole; ci sono però gli altri fratelli, la mamma, la casa fatiscente... che fare?
Ora, per la verità, sono stati pressi dei provvedimenti, una nuova attenzione (forse un po’ tardiva). Questo intervento, non è per fare sterile polemica, per accusare a caso, ma per far riflettere. Quante persone, sottolineamo, persone, vivono la nostra città, con tante problematiche? Quante famiglie sono (quasi) disperate? Tante... poco conosciute, un po’ abbandonate da chi ha responsabilità civiche. Ci sembra che sia veramente ora di cambiare la politica sociale della nostra città. Occorrono nuovi metodi, nuove strategie, nuove figure; non si può lasciare sola un’assistente sociale in Circoscrizioni piene di problemi, di bisogni e di abitanti, sperando che le situazioni negative si superino da sole. Non si può più far finta di nulla. Nonostante tutte le difficoltà, anche economiche, occorre rendere la città più solidale, più attenta ai bisogni degli "ultimi", che sono tanti:
La morte di M., speriamo serva a pensare e a riflettere.
Per noi, lo ribadiamo, sono più importanti le persone di tante altre "cose":
Luigino Nessi
Como
(r.l.) Lei sta offrendo una grande occasione per pensare, in una vigilia di festa diventata, purtroppo, spensierata.
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