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Mercoledì 06 Gennaio 2010
Treni, dicembre nero
tre su cinque sono in ritardo
Sedici ore in un mese. È il tempo perso a dicembre dai comaschi che hanno fatto i pendolari tra Como e Milano viaggiando a bordo dei convogli di Trenitalia. Considerando le due corse più utilizzate da chi si sposta per motivi di lavoro il comitato Pendolari Como ha calcolato che nel 64% dei casi l’orario d’arrivo non è stato rispettato
Le beffe, ormai, si susseguono: prima la chiusura della società Cisalpino, che ha comportato la cancellazione di 11 corse, in gran parte non sostituite, poi è stata la volta dei rincari sui biglietti (da 7,50 euro a 10,50 per viaggiare in seconda classe su un Eurocity) e sugli abbonamenti (6 euro in più per la tessera con integrazione regionale). «Oltre ai continui ritardi - spiega il portavoce del comitato Pendolari Como, Ettore Maroni preoccupa fortemente la disinvoltura con cui vengono praticate soppressioni e variazioni di fermate ai treni diretti. Sembra che nessuno voglia rendersi conto dei danni e dei problemi che i disservizi cronici creano. L’utente può solo subire umiliazioni e si riconoscono bonus da quattro soldi che non risarciscono certo delle ore perse sui treni o in stazione».
L’ultimo episodio che ha fatto infuriare i viaggiatori risale a due giorni fa, quando i treni diretti delle 7,42 e delle 18,10 (il primo diretto a Milano Centrale, il secondo in partenza dallo stesso scalo) sono stati deviati per motivi tecnici alla stazione di Porta Garibaldi. Ma l’avviso è stato pubblicato soltanto sul sito Internet www.fsnews.it e così molti pendolari, ignari del cambiamento, hanno perso le coincidenze con altri treni in partenza da Milano Centrale e altri non sono riusciti a prendere il consueto convoglio delle 18,10. Il sito web, tra l’altro, annunciava modifiche soltanto per la giornata di lunedì scorso, ma a sorpresa anche ieri il treno delle 7,42 è arrivato a Porta Garibaldi e non a Milano Centrale. «Ci mancava solo il capolinea a sorpresa…».
Michele Sada
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