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Sabato 09 Gennaio 2010
Via Pino, Pdl contro islamici
«Dove han trovato i soldi?»
Il nuovo centro culturale islamico di via Pino, a Camerlata, sarà “un minareto di pacifica convivenza”. Così lo ha definito Safwat El Sisi, portavoce della comunità musulmana comasca. Ma a dispetto delle buone intenzioni di El Sisi, la polemica con la Lega Nord, e non solo, è inevitabile
La Lega è ben decisa a non distogliere l’attenzione dal centro islamico di via Pino e già chiede che vengano adottate misure di controllo e prevenzione sulle attività che verranno svolte all’interno della struttura. In questo trova appoggio anche all’interno degli alleati di maggioranza. Il capogruppo del Pdl a Palazzo Cernezzi, Marco Butti (ex An), va addirittura oltre alla richiesta di maggiori controlli: «Abbiamo sempre chiesto, insieme alla Lega, un monitoraggio costante delle attività svolte nel centro di via Pino. Ma occorre approfondire anche un altro aspetto che vorremmo venisse preso in considerazione anche dal prefetto: da dove arrivano i soldi che hanno consentito la ristrutturazione della vecchia moschea di via Pino e che garantiranno la sua apertura? Al primo comportamento non rispettoso delle leggi chiederemo la sua definitiva chiusura».
Molta preoccupazione gira intorno alle attività che verranno svolte nella struttura. La paura è che possa essere un punto di appoggio per l’aggregazione di cellule terroristiche. «La definizione di attività culturali - ha commentato Faverio - può volere dire tutto e niente. Non dimentichiamoci che tre persone che frequentavano la mosche prima che venisse chiusa sono stati espulsi. Adesso vedremo quali poteri il decreto Maroni ha conferito ai sindaci e come possono essere utilizzati». El Sisi replica fermamente: «Bisogna smetterla di associare l’islam al terrorismo. Volete sapere cosa faremo? Visto che non potremo pregare in via Pino e che saremo costretti a farlo ancora all’aperto a Muggiò, utilizzeremo il centro per organizzare tante iniziative volte alla reciproca conoscenza e all’integrazione. Per esempio incontri di scambi culturali, dove ospiteremo donne musulmane e italiane per dei confronti, o corsi per l’insegnamento delle lingue, araba e italiana, o, perché no, organizzeremo iniziative di volontariato».
Dario Alemanno
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