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Sabato 09 Gennaio 2010
Troppo pane sprecato:
appello ai supermercati
Oltre un quintale di pane rischia di finire in pattumiera tutti i giorni. E si tratta solo del quantitativo che, sul Lario, resta invenduto. A questo bisogna aggiungere il pane acquistato ma non utilizzato da ristoranti, alberghi e, soprattutto, privati cittadini. Salvarlo tutto? Impossibile. Ma già oggi una parte viene recuperata. A Como lo raccolgono i volontari di «Siticibo», un servizio nato nel 2005 sotto l’egida del Banco Alimentare
Dal lunedì al sabato, i furgoni di «Siticibo» girano per la città, con l’obiettivo di recuperare generi alimentari da destinare entro due ore (raccolgono solo il “fresco”) a chi ne ha bisogno, dalle mense dei poveri alle associazioni. Eppure non tutti hanno ancora recepito l’importanza di questo lavoro: «La sensibilità è aumentata ma non obblighiamo nessuno – dice Molteni – Se ci contattano, cerchiamo di convincerli a collaborare, ma grazie al passaparola ormai siamo conosciuti e gli interessati devono solo farsi avanti. I donatori sono una quindicina, tra mense, alberghi e singoli esercizi. Oltre al pane, ogni mese raccogliamo 700 chili di frutta e verdura e 1300 porzioni di piatti pronti». Per limitare ulteriormente gli sprechi, si spera nell’aiuto di due categorie: «Lavoriamo già con Esselunga, Bennet e Iper ma vorremmo che collaborassero anche altri marchi della grande distribuzione. I quantitativi che un supermercato può donare sono altissimi. Un discorso simile vale per le realtà produttive artigianali, come caseifici e salumifici. Potrebbero dare un grande aiuto». Ottenere l’appoggio delle imprese più importanti è fondamentale: «Non possiamo spostarci con il furgone per una porzione di lasagne o poco più, non avrebbe senso. Continuiamo a puntare, piuttosto, sulle grandi mense (collaborano Sant’Anna, Artsana e Lechler, ndr). I ristoranti? È difficile recuperare molti prodotti, meglio i grandi alberghi: avanzano pane e brioches a volontà dopo la colazione. Lavoriamo già con Villa d’Este e il Grand Hotel di Como». Donano le eccedenze anche le 3 principali mense scolastiche, 4 grossisti e altrettanti panifici. «Vogliamo creare una rete che ci consenta di conoscere ancora meglio le esigenze dei 18 enti cui consegniamo i prodotti. A inizio giornata non sappiamo che cosa ci verrà donato e, senza un quadro preciso delle necessità, non è facile utilizzare un regalo come 213 chili di fagiolini in busta…».
Ma quanto pane si spreca a Como? «Convenzionalmente si parla di un 3% di invenduto - risponde Martinelli, rappresentante dei panificatori Upcts - ma non abbiamo dati ufficiali. A noi non fa certo piacere buttare via il pane. Produciamo sulla base dei dati relativi agli acquisti nel periodo, ma ogni giorno ci sono delle sorprese. Influisce anche il clima. Si può vendere più o meno del previsto e avanzare qualcosa è fisiologico. Il problema, inoltre, è che molti esercizi vogliono le ceste piene anche al pomeriggio, altrimenti il cliente non compra. Chi non è in centro magari resta aperto solo al mattino e limita il “reso”, ma il consumatore a mezzogiorno rischia di trovare due o tre panini, non ha scelta». Quanto alle stime sul pane in pattumiera: «Sul Lario ci sono 200 imprese di panificazione con forno, la maggior parte produce tra 80 e 130 chili al giorno e ha un “reso” di tre o quattro chili. Una quantità troppo esigua per essere recuperata. La categoria si interroga da anni sul tema, siamo molto attenti ma una soluzione è introvabile. Qualche spreco ci sarà sempre».
Michele Sada
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