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Domenica 10 Gennaio 2010
Ticosa, va a vuoto
l’appello del sindaco
Il sindaco Stefano Bruni ha giocato la carta dell’appello a «Camera di Commercio, artigiani e industriali» per cercare di uscire dall’incubo Ticosa dicendo: «Quell’area è un’opportunità di sviluppo della città perché sede naturale per Camera di Commercio, artigiani, industriali. Non stiamo alla finestra a vedere cosa si fa, ma diamo una mano».
La mano arriva da tutti i soggetti chiamati in causa dal primo cittadino, ma soltanto a fronte di proposte e idee chiare e, soprattutto, soltanto in termini di discussione. Né gli artigiani, né la Camera di Commercio sono intenzionati a trasferire gli uffici nel nuovo quartiere, mentre gli industriali lasciano aperto uno spiraglio, ma solo di fronte a dati certi, conti e costi.
«Butti a suo tempo ci aveva proposto di spostare in Ticosa la sede dell’Unione - spiega il presidente Ambrogio Taborelli - e questa proposta potrebbe essere ancora praticabile, ma gli anni passano e le condizioni passano. Noi, essendo in centro, siamo in una posizione scomoda e una sede esterna sarebbe molto positiva, ma da allora non ci sono stati più contatti. Siamo indubbiamente pronti a sederci attorno a un tavolo, anche perché non crediamo alla logica del muro contro muro. Non sono un fanatico del sindaco, che a mio avviso ha fatto tanti errori, ma non lasceremo cadere una proposta senza vagliarla. È un interesse della città e se possiamo dare una mano lo faremo».
Pronto al dialogo, ma solo in termini di idee e progetti, il numero uno della Camera di Commercio Paolo De Santis: «Bisogna capire in che termini parla il sindaco. Noi siamo disposti a dare un contributo in termini di idee e progetto, ma escludo investimenti diretti di tipo immobiliare. Sicuramente non in termini di sede, poiché la giunta camerale, in precedenza alla mia presidenza, aveva scelto di restare in via Parini e per questo stiamo investendo nella sistemazione della sede». E aggiunge: «Il Comune è andato avanti in modo determinato in una direzione e tutti ne hanno preso atto. Se adesso ci sono scenari nuovi vediamoli, ma escludo investimenti diretti. Li stiamo facendo per la sede, per il polo tecnologico di Lomazzo, per il chilometro della conoscenza».
Porte chiuse su investimenti immobiliari anche dagli artigiani, sia dell’Apa sia di Cna.
«Sono anni - tuona il presidente dell’Apa Cornelio Cetti - che la città di Como, i cittadini e le imprese aspettano e dormirci sopra per tutto questo tempo è un danno enorme. Adesso, con l’acqua alla gola, si fa una proposta di cui stento a condividere il metodo. Siamo in una situazione di crisi economica con le imprese che non hanno liquidità dalle banche: la priorità per noi non può essere una nuova sede, ma aiutare gli associati. Qui la politica litiga e basta. Meglio tardi che mai, se il sindaco vuole convochi entro questo mese tutti: categorie, referenti politici con voglia di lavorare e si potrà fare una valutazione insieme. Ma di sede in Ticosa non se ne parla nemmeno». Cna la sede in Ticosa ce l’ha già (nella parte privata, verso Comodepur) e non ha intenzione di fare altri investimenti, ma è pronta a discutere con l’amministrazione. «È vero - dice il segretario Alberto Bergna - che la Ticosa è un problema della città. Sono stati fatti una serie di errori e lo dico senza voler fare processi a nessuno. Il sindaco convochi le parti e faccia delle proposte, non gli appelli in tv. Non ci disinteressiamo e aspettiamo di analizzare le ipotesi».
Gisella Roncoroni
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