Mense scolastiche, sprechi minimi
Si buttano via solo le lenticchie

Nelle 37 mense scolastiche del Comune di Como, 19 degli istituti primari e 18 delle scuole d’infanzia, sono stati riciclati anche i piatti di plastica e sono stati trasformati in righelli. Gli scarti o il cibo avanzato vengono raccolti separatamente e servono per il compostaggio: è la prima osservazione di Anna Veronelli, assessore all’istruzione, ad un’indagine nazionale della Federazione pubblici esercizi, Fipe

a.cavalcanti

COMO Nelle 37 mense scolastiche del Comune di Como, 19 degli istituti primari e 18 delle scuole d’infanzia, sono stati riciclati anche i piatti di plastica e sono stati trasformati in righelli. Gli scarti o il cibo avanzato vengono raccolti separatamente e servono per il compostaggio: è la prima osservazione di Anna Veronelli, assessore all’istruzione, ad un’indagine nazionale della Federazione pubblici esercizi, Fipe, la quale afferma che il 40% del cibo delle mense scolastiche italiane finisce in spazzatura. «È un dato molto elevato - dice l’assessore - Como è in controtendenza. Ma un conto è il cibo preparato in eccedenza, un conto è ciò che i bambini lasciano nel piatto». Nelle mense comunali vengono serviti ben 566.261 pasti l’anno, da un minimo di 2.667 ad un massimo di 3.336 al giorno, pane, dessert e frutta. Gli avanzi freschi? Pochi, a volte il 10% del pane, il 5% della frutta che vengono ritirati da Citicibo che passa in quattro scuole, ora, sulle sette del 2005, perché le quantità avanzate erano così irrisorie che non valeva la pena. «Il problema è ciò che i bambini non mangiano, perché non è di gradimento. Dev’essere preparato, perché lo impone la dieta appositamente studiata e somministrato. Resta nel piatto? Non verrà più preparato, con rammarico», dice l’assessore. Una volta, le cuoche hanno cucinato magnifiche teglie di melanzane alla parmigiana, melanzane a fette trattate ad una ad una. La risposta? Negativa, teglie in spazzatura, mai più melanzane alla parmigiana. Un’altra volta, il 25% dei bambini delle mense ha rifiutato le polpette vegetali; su 26 chili di pizza ne sono stati avanzati 3; il 37% non ha gradito il couscous con polpette di pesce; il 28% i ravioli al sugo. Sono i “picchi”, come ci sono i picchi di consumo di lasagne e patate. Preparare i menù secondo linee dietetiche, cioè salutistiche, per un’alimentazione corretta e l’educazione all’alimentazione è un affare scientifico, a Como, con questionari a bambini, genitori e maestre. «Vado spesso nelle scuole - conclude Anna Veronelli - per rendermi conto di persona. C’è il self service, i bambini stessi sparecchiano, l’organizzazione migliora anno su anno, ma ci sono piatti che proprio non passano. I legumi, per esempio. La minestra di lenticchie è respinta alla sola vista: in questo senso, va distinta l’eccedenza nella preparazione rispetto a ciò che i bambini non mangiano e perciò dev’essere buttato via. Basta una volta, però, inutile insistere ».
M. Cast.

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Mercoledì 13 Gennaio 2010

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