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Venerdì 15 Gennaio 2010
La dieta delle poltrone
attenderà un altro anno
Enti e poltrone, la dieta dimagrante incomincerà l’anno prossimo. Anzi, per Como nel 2012, se non ci saranno elezioni anticipate e, ancora per un po’, si continuerà a parlare dei propositi del ministro Roberto Calderoli, già alla Semplificazione ed ora alla Complicazione. Infatti, l’esponente leghista da tempo ha formulato un disegno di legge, tuttora atteso dal dibattito in Parlamento per il riordino delle Autonomie Locali, Comuni, Province e Regioni, con l’abolizione di Comunità Montane, Consorzi volontari, Enti Parco, consigli di circoscrizione e per la riduzione del numero di consiglieri ed assessori comunali e provinciali
Forse è stato un ballon d’essai, cioè un’idea lanciata per provar le reazioni, forse i tempi sono prematuri: non se ne fa niente, per quest’anno. A Como, forse sarebbe cambiato poco: solo dalle elezioni amministrative 2012 si sarebbero perse 18 poltrone tra Palazzo Cernezzi e Villa Saporiti, 129 nei consigli di quartiere, 100 nelle Comunità Montane, i direttori generali e i difensori civici e, secondo una stima, un altro centinaio di posti tra Consorzi ed Enti Parco che hanno assemblee, direttivi o consigli d’amministrazione, uffici.
«Già sta cambiando – osserva Oscar Gandola, presidente della Comunità Montana Lario Intelvese – lo Stato ci ha tagliato i fondi e quindi non saremo in grado di operare. A questo punto, se non interviene la Regione, le Comunità Montane si estinguono da sole». E anche ai Comuni i trasferimenti dallo Stato sono ridotti da subito: o tagliano le poltrone o tagliano i servizi ai cittadini.
Comunità, enti sovracomunali, Consorzi come il Consorzio del Lario devono sparire perché l’obiettivo è quello di incentivare le Unioni dei Comuni e quindi di razionalizzare i servizi?
«Personalmente, penso che i costi della politica non siano i costi dei piccoli Comuni. Infatti, si stanno facendo i calcoli su tutta una serie di enti, ma viene sottaciuto un aspetto che in provincia di Como è fondamentale: i Comuni sotto i 3.000 abitanti non devono più avere assessori. Il sindaco delegherà un paio di consiglieri per alcune funzioni», fa notare Luca Gaffuri, consigliere regionale e capogruppo comunale Pd. «Il Comune è presidio del territorio e primo erogatore di servizi al cittadino: andrà in mano ad un sindaco-podestà. E’ una diffusa perdita di democrazia – continua Gaffuri – Ma c’è un altro punto: perché i tagli cominciano dal livello più basso, gli enti locali e non dalla casta romana? Perché proprio la Lega non tocca Roma, i ministeri, i parlamentari, bensì taglia sugli enti locali?». Le poltrone, nelle Società partecipate, erano state tagliate. Non si sa ancora se sia aumentata l’efficienza. Si sa però che anche i “sacrifici” di Como, valutato in un milione di euro l’anno tra indennità e gettoni di presenza, contribuiscono al grande sacrificio nazionale: sono 50.000 le poltrone che scompaiono in tutt’Italia.
A Villa Saporiti, i consiglieri provinciali dovranno scendere da 30 a 24 e gli assessori da 10 a 8, poiché i componenti devono essere tagliati del 20%, secondo l’ultima versione. A Palazzo Cernezzi, i consiglieri sono tagliati di un quinto e perciò da 40 scendono a 32: gli assessori da nove scendono a sette, poiché sono tagliati di un quarto. Ma se le versioni sono in continua revisione, un punto rimane fermo: più dieta per tutti.
Maria Castelli
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