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Sabato 16 Gennaio 2010
ComAcqua lancia la perizia
su tubature e impianti
In provincia di Como, l’acqua è su un binario morto: c’è una Società patrimoniale, ComoAcqua, due terzi dei Comuni che hanno firmato una dichiarazione d’intenti per l’adesione: è una Società patrimoniale, ma è senza patrimonio, perché non sono ancora stati conferiti dai Comuni reti ed impianti.
Comoacqua è congelata e c’è chi la definisce come larva, è congelata la perizia, è fermo il piano d’ambito. Le società di gestione non effettuano investimenti perché la concessione è scaduta, i Comuni non la rinnovano, né si attivano in proprio perché presumono che tutto passerà a ComoAcqua non operativa per due fatti: la privatizzazione – liberalizzazione del servizio idrico, approvato a novembre dal Parlamento e la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge regionale che separava la gestione dall’erogazione. Come si esce da questo pasticcio? Il dirigente regionale Raffaele Tiscar, che lunedì ha incontrato l’amministrazione provinciale e i sindaci dell’Ato, ha consigliato di aspettare; l’assessore provinciale all’ecologia, Paolo Mascetti, ha affermato che il modello di gestione sarà discusso con i Comuni, in attesa delle elezioni regionali e delle decisioni che verranno assunte dal prossimo parlamento del Pirellone. È una situazione complicata; altre province lombarde sono già avanti con le gare per appaltare l’erogazione, cioè la manutenzione ordinaria e la bollettazione a privati, mentre gli investimenti restano all’Ato, ma forse dovranno rivedere l’assetto. Non si sa ancora se e come operatori privati entreranno nella gestione dell’acqua, ma se la proprietà è pubblica, anche gli investimenti saranno pubblici.
Tutto tempo perso, insieme all’acqua delle condutture e le occasioni per risanare il lago, i corsi d’acqua e il suolo? L’Autorità d’ambito s’è insediata, s’è data un ufficio, un primo bilancio preventivo da 13 milioni di euro, sta finanziando i primi progetti. L’acqua continua a scorrere sotto i ponti.
Maria Castelli
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